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Castelnuovo
Prato
Prato
chiesa
parrocchiale
S. Giorgio
Parrocchia di San Giorgio a Castelnuovo
Facciata; Interno della chiesa; Presbiterio
altare - intervento strutturale (1980)
1239 - 1295(committenza costruzione); 1325 - 1325(saccheggio intero bene); 1456 - XVI(patronato intero bene); 1600 - 1817(oratori e associazioni intero bene); 1725 - 1726(ristrutturazione intero bene); 1737 - 1737(trasformazione intero bene); 1836 - 1933(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di San Giorgio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giorgio <Castelnuovo, Prato>
Altre denominazioni Chiesa di San Giorgio a Castelnuovo
S. Giorgio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pratesi e pistoiesi (costruzione)
maestranze pratesi (rifacimento del presbiterio)
maestranze pratesi (rifacimento della facciata)
Notizie Storiche

1239 - 1295 (committenza costruzione)

La chiesa di San Giorgio, in origine all'interno del borgo fortificato di Castelnuovo, presso alla porta nord (minata e parzialmente distrutta dai soldati tedeschi nel 1944), è ricordata per documenti nel 1239 in un elenco delle chiese pratesi soggette ad imposta al tempo di messer Ugo dell'Alpigiana, rettore del Comune di Prato. Il tributo pagato dalla chiesa fu di 40 soldi. L'anno dopo la «ecclesia Sancti Iorgi Castri Novi» fu tassata per il «datium» dovuto al Comune di Prato per ben 30 lire e 2 soldi. Nella «collecta imposita ecclesiis pratensibus» del 1247, la «ecclesia de Castro Novo» dovette pagare 17 soldi per sostenere l’attività militare di Federico d'Antiochia, figlio dell’imperatore Federico II. La chiesa fu sottoposta nel 1274-1275 e nel 1295 al pagamento delle decime papali.

1325  (saccheggio intero bene)

Durante la guerra contro Castruccio Castracani la chiesa e la «villa», cioè il popolo, di Castelnuovo subirono saccheggi. Nel 1325 Chele di Berlinguccio, rettore della chiesa di Castelnuovo, e Bonavia, rettore della vicina chiesa di Tavola, per avere impetrato da Castruccio Castracani, «rubello e persecutore della chiesa e fautore d'eretici», una «securitas», cioè un salvacondotto, per gli uomini delle loro ville, incorsero nella scomunica e, tradotti davanti al tribunale del vescovo di Pistoia Baronto, furono condannati al pagamento di una forte pena pecuniaria.

1456 - XVI (patronato intero bene)

L’Opera della chiesa, addetta alla manutenzione del sacro edificio e alle spese del culto, operò fino dal 1456. Alla metà del Cinquecento il patronato della chiesa spettava alle monache di Sant’Ambrogio di Firenze, «quali eleggono un sacerdote per curato, amovibile, di detta chiesa, e li danno per sua congrua il frutto di un pezzo di terreno posto in detto luogo».

1600 - 1817 (oratori e associazioni intero bene)

Oltre alla Compagnia della Natività di Maria (1600 circa), esistevano nella chiesa l’Opera di San Giorgio, detta in seguito anche Compagnia del Corpus Domini, la Compagnia della Madonna del Carmine (1734) e la Congrega di S. Maria Maddalena de’ Pazzi (1732). La Congregazione dei Cento Uomini o Centuria di S. Antonio da Padova, fondata nel 1730, aveva un quartiere in Castelnuovo, uno in Tavola e uno al Poggio a Caiano. Tutte queste associazioni furono soppresse nel 1784. Nel territorio parrocchiale sorgevano l’oratorio, rifatto e ridecorato nel 1817, di Sant’Antonio alle Cascine di Tavola, la vasta tenuta agricola voluta da Lorenzo il Magnifico e legata alla Villa del Poggio a Caiano, e l’oratorio di San Carlo alla Rugea.

1725 - 1726 (ristrutturazione intero bene)

L'edificio sacro mantenne la primitiva forma fino agli inizi del Settecento, quando furono realizzati i due altari laterali a edicola in muratura. Alcuni anni dopo, nel 1725-1726, a spese dell’Opera della chiesa, furono costruiti l'arco trionfale a pieno centro che introduce al transetto, su probabile disegno di Stefano Zocchi, e l’altare maggiore dal maestro scarpellino Giovan Battista di Paschino Fortini. La zona centrale dei transetto fu coperta da una volta a botte con unghiature, fiancheggiata da due colonne tuscaniche.Il campanile a torre era dotato di due campane.

1737  (trasformazione intero bene)

Nella vista pastorale del 23 maggio 1737 sono riportate le trasformazioni avvenute di recente: «La chiesa in fabbrica bene se habet ed è stata restaurata, accresciuta ed abbellita modernamente. Il vaso è assai capace, è a tetto, ma fatto di nuovo. In faccia della porta vi è l’altare maggiore, vi è una tribuna in volta assai ben fatta e sostenuta detta volta da due colonne di pietra che sono nel pavimento in mezzo di detta tribuna, la quale ha una finestra grande in faccia con ornamenti di pietra. Sotto l’arco della tribuna, che è ornato di stucchi, vi è l’altare maggiore fatto alla romana, tutto di pietra, fatto di nuovo. Nella muraglia laterale a cornu epistole vi è l’altare della Beata Vergine Maria del Carmine con sua tavola assai decente, in mezzo della quale vi è un piccolo sfondo con cornice di legno dorato in cui è l’immagine della Beata Vergine Maria. In detta muraglia vi è il pulpito di pietra. A cornu evangelii l’altare di Sant’Antonio da Padova, tutto di pietra».

1836 - 1933 (ristrutturazione intero bene)

La cantoria di controfacciata fu innalzata nel 1836. Nel 1909 fu collocata sull’altare laterale di destra la statua della Madonna del Carmine e l’anno dopo, sull’altare laterale opposto, quella di sant’Antonio di Padova. Nel 1920 la chiesa fu provvista del fonte battesimale, che il popolo dedicò «a ricordo pietoso dei suoi morti nella grande guerra». Nel 1930 fu ristrutturata tutta la chiesa: la facciata assunse un gusto settecentesco e le pareti furono rialzate, togliendo alla vista il campaniletto a torre, sul retro, esistente già nel XVI secolo.
Descrizione

La chiesa di San Giorgio, in origine all'interno del borgo fortificato di Castelnuovo, ha una facciata di gusto settecentesco; all’interno conserva un piacevole fonte battesimale in maiolica, di ispirazione robbiana (1920), e una pala con San Giorgio e il drago, di Domenico del Potestà (1800).
Facciata
La facciata, di gusto settecentesco, è conclusa da un timpano e forata da tre finestre; la centrale ha cornice curvilinea, le due laterali a monofora allungata sono sormontate dal timpano, come il portale. L'insieme è frutto di un rifacimento operato nel 1933, quando anche le pareti della chiesa vennero rialzate.
Interno della chiesa
All'interno, la chiesa ha aula unica con copertura lignea a capriate del 1933, e pareti intonacate; la zona del presbiterio, più ampia, forma una zona di transetto. La cantoria in controfacciata è sorretta da due colonne tuscaniche in legno; al di sotto a destra si trova un piacevole fonte battesimale in maiolica di ispirazione robbiana, realizzato nel 1920, e decorato con fregi, elementi vegetali e un rilievo col Battista. Lungo le pareti laterali si fronteggiano due altari a edicola in muratura, settecenteschi, con mensa su volute e mostra con semicolonne composite concluse da timpano curvilineo spezzato.
Presbiterio
Un arco trionfale a pieno centro introduce al transetto, rifatto nel 1725-26. La zona centrale è coperta da una volta a botte con unghiature e fiancheggiata da due colonne tuscaniche. L'altare maggiore, isolato, è sostenuto da due mensoloni a voluta in pietra, settecenteschi, opera di Giovan Battista Fortini, come la retrostante incorniciatura a risalti angolari e volute, che inquadra un recente Crocifisso ligneo; in precedenza conteneva la tela con San Giorgio e il drago (1800), ora posta sulla sinistra del transetto, opera neosecentesca di Domenico del Potestà (1766-1862), proveniente dalla cappella del Palazzo Vai di Prato.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1980)
Dell'altare maggiore settecentesco in pietra è sopravvissuta, isolata, la tavola sostenuta da due mensoloni a voluta, e la retrostante incorniciatura a parete, che inquadra un Crocifisso ligneo.
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