chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Vestenavecchia Vestenanova Verona chiesa sussidiaria Sant'Antonio Abate Parrocchia dei Santi Zenone e Urbano Pianta; Facciata; Strutture di elevazione; Strutture di orizzontamento e/o voltate; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti interni; Prospetti esterni; Campanile presbiterio - aggiunta arredo (1983-1984) XII sec. - XII sec.(origini e costruzione intero bene); XIV sec. - XVI sec.(decorazione ad affresco interno); 1530/06/25 - 1530/06/25(visita pastorale carattere generale); 1630 - 1631(intonacatura a calce viva interno); 1634 - 1634(erezione altare di S. Rocco); 1943 - 1945(occupazione da parte dei partigiani carattere generale); 1980 - 1987(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Sant'Antonio Abate <Vestenavecchia, Vestenanova>
Ambito culturale (ruolo)
romanico (origini e costruzione)
rinascimentale (decorazione ad affrasco)
barocco (intonacatura a calce viva)
barocco (altare di S. Rocco, erezione)
architettura contemporanea (restauro)
Notizie Storiche
XII sec. (origini e costruzione intero bene)
Le origini della chiesa di S. Antonio Abate sono da datare al XII sec. Essa rappresenta l'edificio di culto più antico dell'alta Val d'Alpone. L'edificio originario non era molto diverso nelle forme da quello attuale, con pianta ad aula unica, abside semicircolare, copertura a capriate e pareti finemente decorate con Santi. Tale edificio cominciò a perdere di importanza nel XV sec., allorchè ai piedi del monte venne edificata una nuova chiesa, dedicata ai SS. Zenone ed Urbano, che ben presto divenne chiesa parrocchiale di Vestenavecchia.
XIV sec. - XVI sec. (decorazione ad affresco interno)
Al periodo compreso tra la fine del XV sec. e i primi anni del XVI sec. appartiene il bel ciclo pittorico compreso tra l'arco trionfale ed il catino absidale. Si tratta di affreschi attribuiti al pittore veronese Francesco Morone (1471-1529), raffiguranti i Profeti (arco) e Dio Padre con i quattro Evangelisti (catino). Dello stesso periodo, ma di mano diversa, è l'Ecce Homo dipinto sopra l'arco trionfale e la Trinità a lato dello stesso. Al XIV sec. è attribuito l'affresco raffigurante il patrono visibile sulla parete di fondo dell'abside.
1530/06/25 (visita pastorale carattere generale)
Il 25 giugno 1530 giunse in visita a Vestenavecchia il vescovo di Verona Giberti (1524-1543). Egli soggiornò nella nuova chiesa parrocchiale dei SS. Zenone e Urbano ed inviò il suo Vicario sul colle soprastante dove giace la chiesa di S. Antonio Abate. E' curioso riportare un fatto allora accaduto: il Vicario al ritorno riferisce che la chiesa è in condizioni di conservazioni accettabili, che è sprovvista di rendite e che le elemosine sono in mano di alcune persone del luogo con grande svantaggio per la chiesa. Il vescovo si impegna a risolvere la questione.
1630 - 1631 (intonacatura a calce viva interno)
Tra il 1630 ed il 1631 il nord Italia fu scosso da una violenta epidemia di peste che colpì anche Vestena, dimezzandone la popolazione. Per tentare di ridurre il contagio vennero intonacate a calce viva le pareti interne degli edifici. Ne è testimonianza il dipinto dell'altare di S. Rocco conservato nella chiesa parrocchiale di Vestenanova, dove viene rappresentata una realistica processione verso la nostra chiesa, con trasporto dei corpi degli appestati.
1634 (erezione altare di S. Rocco)
Gli abitanti di Vestena scampati al contagio, come adempimento di un voto fatto dalla comunità, nel 1634 ottennero dal vescovo il permesso di erigere un nuovo altare intitolato a S. Rocco, patrono degli appestati.
1943 - 1945 (occupazione da parte dei partigiani carattere generale)
Durante l'ultimo conflitto mondiale, tra il 1943 ed il 1945, la chiesa venne utilizzata come rifugio dai partigiani. Da allora, fino agli anni ottanta del XX sec. rimase in condizioni di abbandono e degrado.
1980 - 1987 (restauro intero bene)
Tra il 1980 ed il 1987 l'edificio beneficiò di un necessario intervento di restauro globale. In questa occasione tornarono alla luce le decorazioni ad affresco obliterate e rese illeggibili dalla seicentesca intonacatura a calce viva.
Descrizione
La chiesetta di S. Antonio Abate sorge a 510 m slm, su uno sperone di basalto chiamato "la Frata", situato al centro tra i paesi di Vestenavecchia e Vestenanova. Fu la prima chiesa dell'alta Val d'Alpone, edificata nel XII sec. in forme romaniche. Tra il XIV ed il XVI sec. fu impreziosita con decorazioni ad affresco, alcune delle quali attribuite al Morone. Divenuto lazzareto ed intonacata a calce viva nel 1630, nel corso della sua lunga storia fu anche riparo per le bestie e rifugio per i partigiani in tempo di guerra. Un accurato restauro avvenuto tra il 1980 ed il 1987 ha riportato l'edificio all'antico splendore.
Esternamente si presenta con semplice facciata a capanna, tipica del romanico campestre. Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare, con presbiterio rialzato a pianta quadrangolare e con fondale piatto. Le pareti interne dell’aula, un tempo affrescate, conservano limitati frammenti di affresco unicamente nella parete di controfacciata; il presbiterio è decorato da pregevoli affreschi. Copertura a due falde con travature e capriate lignee a vista in corrispondenza dell'aula; il presbiterio è coperto da una volta a botte in muratura interamente affrescata; manto di copertura in coppi di laterizio. La pavimentazione è realizzata in lastre rettangolari di nembro rosato locale.
Pianta
Chiesetta con impianto planimetrico ad unica aula rettangolare a marcato sviluppo longitudinale con orientamento nord-ovest sud-est; presbiterio a pianta rettangolare con asse leggermente inclinato, di larghezza ridotta rispetto l’aula e articolato su tre livelli, con parete absidale a fondale piatto. Sul lato destro del presbiterio si colloca il piccolo ambiente della sacrestia. L’ingresso principale si apre al centro della parete di facciata; un ingresso laterale è presente sul fianco meridionale della navata. La torre campanaria si eleva addossata al fianco sinistro del presbiterio, adiacente al corpo edilizio della sacrestia.
Facciata
Semplice facciata a capanna dai caratteri tipici dell’architettura romanica campestre. Orientamento a nord-est. Al centro si apre il portale arcuato con contorni in pietra calcarea locale e capitelli a semplice modanatura, sormontato da un piccolo oculo circolare. Una cornice in aggetto conclude il prospetto segnando la linea delle falde del tetto.
Strutture di elevazione
Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante di pietrame misto legato con malta di calce, con prevalenza di conci di pietra calcarea locale; gli elementi angolari sono rinforzati con blocchi squadrati di pietra calcarea.
Strutture di orizzontamento e/o voltate
L’aula è coperta dalla sovrapposta struttura lignea di copertura a capanna con capriate e travature a vista. Il presbiterio è sovrastato da una volta a botte in muratura sulla quale si estende senza soluzione di continuità il pregevole ciclo di affreschi che interessa le pareti d’ambito. Il piccolo vano della sacrestia è coperto da una volta a crociera in muratura su peducci pensili in pietra.
Coperture
La struttura portante della copertura a due falde sovrapposta all’aula è realizzata con un sistema di cinque capriate lignee a schema statico semplice con monaco centrale e staffature metalliche a rinforzo dei collegamenti tra le membrature; in corrispondenza degli innesti nelle pareti d’ambito le catene lignee poggiano su mensole in pietra a semplice modanatura; orditura secondaria di tipo tradizionale costituita da arcarecci e travetti lignei; tavolato ligneo sottocoppo e manto di copertura in coppi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula e del presbiterio è realizzata in lastre rettangolari di nembro rosato locale.
Prospetti interni
L’ambiente interno dell’aula è caratterizzato da una sobrietà e linearità compositiva e decorativa tipica dell'architettura romanica campestre, accentuata da un trattamento cromatico uniforme delle pareti e da una soffusa illuminazione naturale, che accompagna lo sguardo verso l’elemento centrale della composizione spaziale, rappresentato dall’ambiente del presbiterio decorato da preziosi affreschi, e introdotto dalle pitture murarie che si svolgono attorno l’arco trionfale. Le pareti interne dell’aula, un tempo anch’esse affrescate, conservano limitati frammenti di affresco unicamente nella parete di controfacciata.
Prospetti esterni
I prospetti esterni, dalla geometria semplice e lineare, presentano un’intonacatura in parte degradata; sul fianco meridionale si apre l’ingresso laterale con contorni in pietra calcarea, cui si sovrappone una finestratura rettangolare anch’essa con profili in pietra; una simile apertura è presente nella parete meridionale della sacrestia.
Campanile
Torre campanaria adiacente al fianco meridionale della chiesa. Vi si accede tramite una porta rettangolare sul lato ovest. Pianta quadrata, fusto edificato in blocchi di pietra della Lessinia. Cella campanaria ottenuta aprendo quattro grandi finestrature a tutto sesto. Copertura a quattro falde in coppi.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1983-1984)
L'intervento di adeguamento liturgico del presbiterio ha previsto la realizzazione del nuovo altare rivolto verso l’assemblea, ricavato dal parziale smembramento dell’antico altare maggiore in marmi policromi; la sede del celebrante è posizionata su un basamento in pietra, sul retro dell'altare.