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Descrizione |
Nel V sec. la città di Verona, ormai ampiamente cristianizzata, costruì una chiesa in onore dei SS. Fermo e Rustico, martirizzati sulle rive dell'Adige nel 304. Nel 755 il vescovo di Verona Annone recuperò e depose nella chiesa le reliquie dei due martiri. In epoca longobarda (764) l'edificio fu rinnovato. Nel 1065 i monaci benedettini, che da tempo erano stati chiamati a operare nell'attiguo monastero, diedero il via ad un'opera di rinnovamento del complesso, con la costruzione di due chiese sovrapposte. Nel 1261 i benedettini furono sostituiti dai frati francescani, i quali, anche grazie al contributo economico di Guglielmo di Castelbarco, rinnovarono la chiesa superiore in forme gotiche. Nei quattro secoli successivi famiglie patrizie e confraternite arricchirono la chiesa con cappelle, altari e monumenti funebri. Nel 1806 i francescani lasciarono S. Fermo, che divenne sede di Parrocchia. Per interessamento della Soprintendenza di Verona dal 1946 in poi fu lentamente e attentamente ricostruito il complesso conventuale, riportando i chiostri all'antico splendore.
Esternamente l'edificio si presenta con facciata a capanna preceduta da un'alta scalinata. Orientamento ad occidente. Torre campanaria addossata al fianco settentrionale del presbiterio. Impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare, con presbiterio quadrangolare emergente rialzato di tre gradini introdotto da un tornacoro semicircolare, concluso con abside a sviluppo poligonale a cinque lati; ai lati del presbiterio si collocano la cappella di S. Antonio, a sinistra, e la cappella della Passione di Gesù, a destra; lungo i fianchi dell’aula si aprono gli accessi alle due cappelle maggiori: la cappella di S. Bernardo (o cappella Brenzoni) sul lato meridionale, e la cappella della Madonna, sul lato opposto; a conclusione della navata si aprono la cappella di S. Giuseppe con il Mausoleo Della Torre, a sinistra, e la cappella Alighieri, a destra. I prospetti interni sono caratterizzati dal susseguirsi di preziosi manufatti artistici, grandi cappelle, altari lapidei, monumenti funebri, opere pittoriche e preziose pitture murali tre-cinquecentesche. La navata è coperta da una controsoffittatura lignea a carena di nave rovescia pentalobata con lavorazione a lacunari, arricchita da una decorazione pittorica costituita da due “gallerie di Santi” composte da oltre quattrocento dipinti attribuiti alla scuola del Maestro del Redentore; della stessa mano sono gli affreschi della volta a crociera del transetto e del catino absidale. Copertura a due falde con struttura portante costituita da incavallature e travature lignee; manto in coppi di laterizio. La pavimentazione dell’aula è realizzata a fasce longitudinali alternate realizzate con lastre in marmo rosso Verona e pietra bianca; il piano del presbiterio è caratterizzato da una composizione con intarsi in marmi policromi.
Pianta |
La chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare a marcato sviluppo longitudinale, con presbiterio quadrangolare emergente rialzato di tre gradini e di ampiezza ridotta, cinto verso la navata da un tornacoro semicircolare e concluso con abside a sviluppo poligonale a cinque lati; ai lati del presbiterio si collocano la cappella di S. Antonio, a sinistra, e la cappella della Passione di Gesù, a destra. Lungo i fianchi longitudinali dell’aula, in posizione pressoché centrale, si aprono gli accessi alle due cappelle maggiori, entrambe a pianta rettangolare e caratterizzate da una propria autonomia architettonica e spaziale: la cappella di S. Bernardo (o cappella Brenzoni) sul lato meridionale, e la cappella della Madonna, sul lato opposto. Due cappelle minori sono poste a conclusione della navata, in prossimità del presbiterio, che identificano i bracci laterali di uno pseudo-transetto: la cappella di S. Giuseppe con il Mausoleo Della Torre, a sinistra, e la cappella Alighieri, a destra. Lungo le pareti longitudinali della navata trovano sede alcuni altari minori: lungo il fianco meridionale sono posti l’altare Nichesola, l’altare di S. Raffaele e l’altare di S. Francesco, mentre lungo la parete opposta si collocano il mausoleo Brenzoni, l’altare di S. Nicola e l’altare di S. Giuseppe (o dei Marangoni); l’altare di S. Francesco, sul lato meridionale, è preceduto dall’accesso al locale della sacrestia. L’ingresso principale, con bussola interna, si apre al centro della parete di facciata, ed è raggiungibile dal sagrato antistante risalendo un’alta scalinata; varcata la soglia di ingresso il piano di calpestio della navata si trova ad una quota rialzata di quattro ulteriori gradini; è presente un’entrata laterale protetta da un ampio protiro lungo il fianco settentrionale. Sullo stesso lato avviene l’accesso alla chiesa inferiore, con impianto spaziale a tre navate, pseudo-transetto e presbiterio triabsidato. La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale del presbiterio. |
Facciata |
Facciata a capanna in stile romanico e gotico. Orientamento ad occidente. La parte inferiore, di origine romanica, fu arricchita dai francescani con lesene terminanti in archetti, finestre ogivali e cornici per armonizzarla con la parte superiore di epoca gotica, caratterizzata dall'alternarsi di corsi di tufo e cotto. A sinistra del portale d'ingresso strombato (chiuso dal portale bronzeo del Minguzzi) si trova il monumento funebre di Aventino Fracastoro, medico ed amico di Cangrande della Scala. A destra si trova il protiro che un tempo proteggeva il sepolcro di Giovanni da Tolentino, medico vissuto nella prima metà del XV sec. Oltre il portale una teoria di quattro monofore trilobate allungate, una trifora e due oculi illuminano l'interno dell'edificio. Lungo gli spioventi corre una decorazione ad archetti pensili trilobati. |
Strutture di elevazione |
Le strutture di elevazione si presentano in prevalenza realizzate in muratura portante di mattoni pieni di laterizio legati con malta di calce e con tessitura regolare; sono presenti brani murari costituiti da corsi regolari in conci squadrati di tufo alternati a filari in cotto; il corpo edilizio corrispondente alla navata si imposta su un’alta fascia basamentale costituita da blocchi squadrati di pietra calcarea di consistenti dimensioni. I paramenti murari esterni sono privi di intonacatura; le pareti interne presentano un rivestimento ad intonaco. |
Strutture di orizzontamento e/o voltate |
La navata è coperta da una controsoffittatura lignea a carena di nave rovescia pentalobata con lavorazione a lacunari, sostenuta da tre ordini di mensole scolpite a barbacane e collegate ad un sistema di capriate lignee all’estradosso; la struttura voltata è arricchita da una decorazione pittorica costituita da due “gallerie di Santi” composte da oltre quattrocento dipinti su tavoletta inserite entro archetti trilobi finemente scolpiti, attribuiti alla scuola del Maestro del Redentore. Il presbiterio è sovrastato da una volta a crociera in muratura con nervature diagonali, decorate con affreschi raffiguranti i simboli dei quattro Evangelisti; il catino absidale è suddiviso in cinque spicchi in cui sono rappresentati il Redentore, al centro, tra la Vergine e S. Giovanni Battista, S. Fermo a destra e S. Rustico a sinistra; gli affreschi trecenteschi sono attribuiti al Maestro del Redentore. |
Coperture |
Copertura a due falde con struttura portante costituita, in corrispondenza della navata, da un sistema di sedici incavallature lignee controventate mediante catene metalliche, ed alle quali è collegata la controsoffittatura carenata per mezzo di numerosi tiranti in ferro; orditura secondaria composta da arcarecci e travetti con sovrapposte tavelle in cotto; manto in coppi di laterizio. Coperto a due falde a chiusura del presbiterio con capriate lignee portanti; copertura a padiglione a sviluppo poligonale a cinque falde in corrispondenza dell’abside maggiore. |
Pavimenti e pavimentazioni |
La pavimentazione della navata è realizzata a fasce longitudinali alternate realizzate con lastre rettangolari in marmo rosso Verona e pietra bianca. Il piano del presbiterio, rialzato con tre gradini in marmo rosso Verona, è caratterizzato da una composizione con intarsi in marmi policromi (marmo rosso Verona, pietra bianca, nembro rosato e marmo grigio). |
Prospetti interni |
Il vasto ambiente interno della chiesa, con impianto spaziale ad aula unica a marcato sviluppo longitudinale culminante con il presbiterio protetto dal tornacoro colonnato a sviluppo semicircolare, sovrastata dall’imponente controsoffittatura lignea carenata, presenta i prospetti caratterizzati dal susseguirsi di preziosi manufatti artistici, con le sue grandi cappelle, gli altari lapidei, i monumenti funebri, le opere pittoriche e le preziose pitture murali tre-cinquecentesche; tra queste ultime si ricordano in particolare gli affreschi attribuiti al “Maestro del Redentore”, a Martino da Verona, le pitture murali di Paolo Veneziano e le crocifissioni dipinte nelle lunette che sovrastano i due ingressi alla chiesa, opera trecentesca di Turone di Maxio; eleganti partiture architettoniche neoclassiche introducono le cappelle maggiori ed inquadrano gli altari laterali; ampie finestrature dalle linee gotiche illuminano lo spazio interno. |
Prospetti esterni |
L’esterno della chiesa esibisce una complessa articolazione di volumi di linea chiaramente gotica, coronata da cornici modanate con archetti pensili e pinnacoli; i paramenti murari si presentano a vista, realizzati in laterizio e con ampi brani a corsi alterni in conci di tufo e filari in cotto; lo sviluppo poligonale dell’abside maggiore è sottolineato da snelli contrafforti angolari; le absidiole minori sono scandite da strette arcatelle cieche con capitelli modanati; alte finestrature archiacute con imbotte strombato, ovvero aperture a bifora con contorni in tufo e laterizio, si aprono lungo la compagine muraria; lungo il fianco settentrionale dell’aula, protetto da un protiro voltato e raggiungibile risalendo un’alta scalinata, si apre l’ingresso secondario con portone gemino con architrave fregiato di fiori e foglie, inserito all’interno di un ampio portale archiacuto strombato a fasce alternate di marmi policromi (rosso Verona, pietra bianca e marmo grigio); il fronte nord della navata si articola in due registri, di cui quello inferiore, in cui si apre il portale archiacuto che immette alla chiesa inferiore, è ritmato da una fitta teoria di strette arcatelle cieche in pietra con terminazione superiore trilobata. |
Campanile |
La torre campanaria si eleva addossata al fianco settentrionale del presbiterio. Fu edificata nel XII sec. dai benedettini, soprelevata nel XIII e rinnovata nelle forme attuali dai francescani nel XIV sec. Si presenta con pianta quadrangolare, fusto massiccio, in parte edificato in cotto, in parte in conci squadrati di pietra calcarea. Cella campanaria a trifore con capitelli a stampella. La coronano quattro pinnacoli. Copertura conica in laterizio. |
Cripta |
Ambiente seminterrato sottostante la chiesa superiore, con impianto planimetrico longitudinale a tre navate scandite da due file di sostegni alternati, con pilastri quadrati e pilastri a sezione cruciforme, ciascuna conclusa con abside emergente a sviluppo semicircolare; la navata centrale è bipartita da una sequenza di pilastri allineati lungo l’asse centrale; due cappelle laterali absidate precedono il presbiterio, e costituiscono i bracci laterali di uno pseudo-transetto; il presbiterio si imposta ad una quota sopraelevata di tre gradini. Le strutture di elevazione sono realizzate in muratura portante costituita da corsi di conci squadrati di tufo e filari in cotto, alternati puntualmente a ciottoli di fiume listati. L’aula è coperta da una fitta teoria di volte a crociera in muratura impostate su archi trasversali e longitudinali in blocchi di tufo, intonacate ed impreziosite dalle originarie decorazioni benedettine con il caratteristico fiore a sei petali; un’ampia volta a crociera con decorazioni a motivi vegetali sovrasta il presbiterio. Le superfici murarie conservano pregevoli affreschi databili dall'XI al XVI secolo, molti dei quali, di carattere votivo, interessano numerosi pilastri. La pavimentazione è realizzata in lastre di marmo rosso Verona, nembro rosato e pietra bianca. |
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