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Descrizione |
La chiesa, correttamente orientata, sorge nella frazione di Palazzolo, ad angolo tra le vie Mazzini e S. Martino, arretrata rispetto a quest’ultima a formare il sagrato, delimitato da colonnine in marmo e catene in ferro. Sul lato nord si apre la piazza pedonale alberata. La facciata in stile neoclassico è rettangolare interamente intonacata e tripartita da semicolonne e paraste in stile ionico con basamento in pietra calcarea. Il campo centrale, leggermente aggettante, termina con timpano, nel cui fregio è riportata la dedicazione a “D.O.M. et S. MARTINO EPISCOPO”, e presenta al centro un grande portale con cornice mistilinea sovrastato da finestra semicircolare con vetrata a raggiera al cui centro vi è il monogramma della Madonna e un cuore trafitto da sette spade. Nei campi laterali si aprono due portali più piccoli con lunette cieche, sormontati da altorilievi in pietra bianca di Viggiù con cornici decorate (a sinistra S. Martino, a destra la Pietà). I tre portoni sono in legno rivestito da lamina di rame. La facciata termina con la cornice di trabeazione ornata da dentelli di ispirazione classica, al di sopra della quale vi è la balaustra in pietra con colonnine tonde intervallata in sommità da quattro statue di santi in pietra arenaria - S. Pietro e S. Paolo apostoli, S. Ambrogio e S. Carlo Borromeo – mentre al centro, su un piedestallo con volute, svetta la croce in ferro. Tutti gli elementi decorativi sono in grigio chiaro, mentre le superfici di facciata sono tinteggiate del colore giallo tenue che caratterizza anche i prospetti laterali. Questi ultimi sono movimentati dalle sporgenze rettangolari delle cappelle e dalla sequenza di finestrature nella fascia alta; in entrambi si apre un ingresso laterale in corrispondenza del presbiterio. L’interno della chiesa, un impianto basilicale a tre navate, è caratterizzato dalla continuità spaziale dell’intero ambiente ritmato dal susseguirsi di colonne, trabeazioni, cupole e volte a botte di copertura, con una continua movimentazione e giochi di volumi, luci e ombre. Nei motivi architettonici e spaziali si possono leggere richiami all’architettura settecentesca asburgica di area viennese. La navata centrale si articola in cinque campate a pianta quadrata, delimitate da colonne in granito rosa, con capitelli in stucco in stile ionico romano, che sorreggono la trabeazione tripartita su cui si impostano gli archi a tutto sesto e le volte a botte laterali, disposte ortogonalmente rispetto all’invaso centrale. La copertura del vano centrale è un susseguirsi di cupolette ribassate con decorazione alternate a monocromo e a scene affrescate. La terza campata si differenzia per la presenza di colonne binate disposte su asse diagonale che, movimentando la struttura, sorreggono la cupola centrale di più grandi dimensioni decorata con l’affresco della Crocefissione. Le navatelle laterali, coperte da volte a botte, sono cadenzate dalle colonne e dalle paraste perimetrali in marmo breccia rossa e bianca, così come in marmo è rivestito tutto lo zoccolo. L’apparato decorativo interno non si limita alle scene affrescate delle cupole e dei pennacchi, ma coinvolge anche le pareti, i capitelli, le trabeazioni e i sottarchi arricchiti da eleganti motivi vegetali e floreali. L’aula è illuminata dalla finestra semicircolare in controfacciata e dai finestroni nelle campate laterali ornati da cornici in stucco. Nella prima campata a sinistra vi è il fonte battesimale in marmo rosso di Verona; nella seconda campata su entrambi i lati sono collocati i confessionali; nelle navate della campata centrale vi sono i due altari dedicati rispettivamente alla Madonna Addolorata e a S. Giuseppe e S. Antonio da Padova. Il presbiterio, ospitante l’altare maggiore, riprende le dimensioni e la forma della crociera centrale, è sopraelevato di tre gradini ed è separato dall’abside semicircolare da un arco a tutto sesto sorretto da colonne terminanti con la stessa trabeazione che caratterizza tutta l’aula.
Altare maggiore |
L’altare maggiore è collocato in posizione avanzata al centro del presbiterio; alla destra vi è l’ambone mentre alle sue spalle la seduta della presidenza, sopraelevata di due gradini. Sia la mensa che l’ambone, entrambi del 2006, sono realizzati in marmo bianco. In posizione retrostante nel presbiterio, in prossimità delle colonne che separano l’abside semicircolare, trova sede il pregiato altare in marmo policromo dai toni rossi alternati al nero delle cornici e cimase, risalente al 1763, con mensa in marmo grigio sbalzato e tabernacolo in marmo rosso con anta decorata a sbalzo con l’immagine di Gesù tra i discepoli e dell’Ostia raggiata tra gli angeli. Il paliotto della mensa, in rame dorato, risale agli anni ’60, opera delle scuola del Beato Angelico, e presenta una suddivisione in tre pannelli: al centro la Pentecoste, ai lati Giovanni XXIII, Paolo VI e alcuni vescovi. Dal tabernacolo si innalza il ciborio a tempietto, costituito da colonne con capitelli corinzi dorati, trabeazione e cupolino di coronamento a volute, all’interno del quale è collocato il crocefisso, mentre in sommità vi è la statuetta del Redentore. Infine, nella parte terminale ad abside semicircolare trovano sede: il coro ligneo a 15 stalli in noce e, in posizione centrale, l’organo. Nella lunetta dell’abside è raffigurato il Cristo giudice. |
Impianto strutturale |
L'edificio a pianta basilicale è costituito da muratura continua in laterizio. Tutte le superfici esterne e interne della chiesa sono intonacate e tinteggiate. |
Coperture |
La chiesa presenta un tetto a falde in coppi di laterizio nella sua estensione coincidente con le linee che definiscono la planimetria e che coincidono con i corpi dell’aula liturgica, delle sporgenze laterali delle navate e dell’abside. |
Campanile |
Il campanile è ubicato sul lato settentrionale dell’edificio, ad angolo tra il presbiterio e la parte terminale dell’aula. Completamente realizzato ad intonaco, è suddiviso in cinque ordini, di cui i primi tre sono in quadranti a sfondato, il quarto ospita l’orologio mentre il quinto è la cella campanaria delimitata alla base da una cornice mistilinea dalle linee barocchette. Al di sopra della cella campanaria, in cui è ubicato il concerto di campane risalenti al 1875 (cinque campane: dell’Addolorata, di S. Martino, di S. Giuseppe, di S. Ambrogio e di S. Caterina), il tamburo circolare caratterizzato da quattro piccoli oculi e coperto da una copertura a cuspide su cui svetta la croce in metallo. |
Pianta |
Chiesa a tre navate e cinque campate, di cui la navata centrale voltata a cupole ribassate, quelle laterali voltate a botte. Sui lati delle navate, a campate alternate, sporgenze rettangolari che movimentano i fianchi esterni della chiesa. Presbiterio rettangolare con terminazione ad abside semicircolare. |
Pavimenti e pavimentazioni |
Pavimentazione dell'aula liturgica in lastre di granito di varia origine posate in diagonale, in cui alla varietà grigia si alternano saltuariamente lastre in granito rosso; al centro passatoia con motivi geometrici a rombo in piastrelle rosse. Pavimento rialzato del presbiterio in piastrelle di granito rosse e grigie alternate a scacchiera. Alzate dei gradini in marmo nero. |
Cappelle laterali |
Nella terza campata, nella rientranza a cappella della parete a sinistra, è ubicato l’altare minore risalente al ‘700 e dedicato alla Beata Vergine Maria Addolorata: in marmi misti policromi, sopraelevato di tre gradini rispetto all’aula liturgica e delimitato da balaustra in marmo nero e rosso e cancelletto in ferro battuto, è un altare dalle linee “barocchette”.
Sopra la mensa è collocata la ricca alzata in marmi gialli, rossi e verdi, caratterizzata da colonne con capitelli corinzi in stucco dorato e da una cimasa mistilinea in marmo nero e specchiature in marmo verde con decorazione a motivi floreali dorati e a volute, sulle quali poggiano due angioletti in stucco. Al centro dell’alzata una nicchia a fondo oro contenente la scultura dell’Addolorata. Sotto la mensa una teca ospita una statua in gesso del Cristo morto risalente agli inizi del ‘900.
Fronteggiante l’altare dell’Addolorata, nella rientranza a cappella della parete a destra, è ubicato l’altare minore dedicato a San Giuseppe e a Sant’Antonio da Padova, che fu nel ‘700 sacello familiare del marchese Molo, particolarmente devoto ai due santi e che qui fu sepolto nel 1760. L’altare in marmi policromi e stucchi ad imitazione del marmo, sopraelevato di tre gradini e delimitato da balaustra e cancelletto in ferro battuto, ha una mensa bombata con grosse volute laterali e un’alzata con cimasa decorata con volute e motivi floreali che incornicia una tela raffigurante i due santi e Gesù Bambino. |
Cicli affrescati |
Ciclo di affreschi a parete e a soffitto che si ispira ai temi della passione di Cristo e ai sette dolori della Vergine, realizzato dal Prof. Arturo Galli di Milano tra il 1943 e il ’47, fatta eccezione per l’affresco della cupola centrale della Crocefissione opera di Aristide Albertella nel 1968.
Navata sinistra, dall’ingresso: il battesimo di Gesù, la fuga in Egitto, il martirio di S. Agata (volta), la disputa con i dottori nel tempio, S. Anna S. Gioacchino e Maria (volta).
Navata destra, dall’ingresso: Francesco riceve e stigmate (volta), la presentazione di Gesù al tempio, il martirio di S. Sebastiano (volta), S. Giuseppe viene avvertito in sogno, il Sacro Cuore di Gesù.
Navata centrale, dall’ingresso: la deposizione della croce (cupola), i Santi Agnese, Giovanni Bosco, Caterina d’Alessandria e Carlo (pennacchi), i dottori della Chiesa (pennacchi), la crocefissione (cupola centrale), i profeti (pennacchi), le Virtù cardinali (pennacchi), Gesù sale al Calvario (cupola), le Virtù teologali (pennacchi).
Nel presbiterio, da sinistra: la solenne entrata di Gesù in Gerusalemme (parete sinistra), Cristo giudice (lunetta abside), lo Spirito Santo sotto forma di colomba (cupola abside), Gesù risorto incontra i discepoli (parete destra), la gloria dell’Agnello (cupola centrale), i quattro Evangelisti (pennacchi). |
Opere d'arte |
Terza campata a sinistra, in nicchia sopra l’altare della Madonna Addolorata: statua lignea della Vergine Addolorata (autore ignoto, XVII sec.). Realizzata in legno di cirmolo in un unico pezzo ad esclusione delle mani, è alta 160 centimetri. Dipinta nei toni del blu e del marrone, con profilature e fiori dorati applicati nel 1949. L’Addolorata è rappresentata con il cuore trafitto da sette spade che simboleggiano i sette dolori della Vergine. E’ stata incoronata nel 1959 per mano dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini. |
Opere d'arte |
Terza campata a destra, sopra l’altare di S. Giuseppe e a S. Antonio da Padova: olio su tela “S. Antonio riceve il Bambino Gesù da S. Giuseppe”, opera del pittore milanese Giuseppe Mazza, allievo di Hayez, (XIX sec.). Dipinto probabilmente commissionato a metà ‘800 dalla famiglia De Vecchi che in quel periodo aveva il patronato sulla cappella. |
Elementi decorativi |
Sulle paraste delle pareti perimetrali dell’aula liturgica sono collocate le stazioni della via Crucis in legno di acero intagliate a bassorilievo da Mario Antonio Lavezzari nel 1915. |
Lapidi e iscrizioni |
Interno, dietro al confessionale nel secondo vano navata destra: lapide in marmo nero con iscrizione in caratteri d’oro, a ricordo della cerimonia di posa della prima pietra il 27 aprile 1741. “DOM TEMPLUM HOC VETERE DIRUTO LONGE PRAESTANTIUS JOANNE PAULUS MOLUS SECRETIS SACRAE CATHOLICAE CAESARAE MAJESTATIS EXTRUNDUM CURAVIT PRIMUM LAPIDEM SOLEMNI RITU FREQUENTI POPULO PAULUS ET JOSEPH ANTOMIUS MOLI OPTIMI CONDITORIS FILII POSUERE IV. KAL. MAU. ANN. SAL. HUM. MDCCXLI” |
Lapidi e iscrizioni |
Controfacciata, a destra dell’ingresso: lapide in marmo rosa a ricordo dei lavori di ampliamento. ”Col generoso concorso del popolo per l’opera del parroco don GIOVANNI REDAELLI questa chiesa fu ampliata negli anni 1928-1931 su disegno dell’Arch. Giov. Barboglio di Bergamo. Venne consacrata da S. Em. Cardinale A. ILDEFONSO SCHUSTER Arcivescovo di Milano il giorno 24 ottobre 1931” |
Lapidi e iscrizioni |
Navata destra, parete a fianco della cappella di S. Giuseppe: lapide in marmo nero a ricordo della prepositura: ”EX – DIPLOMATE IOHAN BAPT CAPRARAE S – R- -E CARD PONTIF MAI MEDIOLAN HAEC CURIALIS ECCLESIA PERPETUO PRAEPOSITURAE TITULO NOBILITATA EST IV NON DEC AN MDCCCVIII IOH ANG PISTOLETTO CURIONE VIKAR FOR” |
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