Notizie Storiche |
XIV (fondazione intero bene)
La donazione per fondare la nuova casa dell’ordine fu accettata dal priore della Certosa di San Gerolamo presso Bologna e dal priore del monastero di San Pietro a Pontignano presso Siena. Essa venne riconfermata qualche anno dopo dallo stesso Giovanni Visconti il quale asserì: “Coloro che si dedicano al servigio del Dio della virtù, essendo sovraccarichi di altri doveri pubblici, accade loro spesse volte, di essere allontanati, per diversi molteplici ragioni, dalla meditazione, dalla contemplazione da altri esercizi spirituali, a cui dovrebbero attendere continuamente […] perciò, abbiamo voluto coi beni nostri fraterni e non coi beni di qualche Chiesa, o possedimenti da dignità ecclesiastiche, far erigere in onore della B. V. Maria Madre di Dio e di N. S. G. C. nel villaggio di Garegnano della diocesi di Milano, una casa dell’Ordine dei Certosini, la quale verrà chiamata: Monastero di Santa Maria o Casa dell’Agnus Dei”.
1349 (costruzione intero bene)
La Certosa di Milano fu fondata il 19 settembre del 1349 da Giovanni Visconti, il quale ricopriva la carica di Signore ed Arcivescovo di Milano, nel borgo di Garegnano.
1352 (costruzione intero bene)
I lavori per erigere la nuova certosa lombarda procedettero rapidamente tanto che nel 1352 i suoi ambienti principali dovevano essere già terminati. Il 6 giugno di quell’anno, infatti, venne concessa l'indulgenza a tutti coloro che si fossero recati ad ascoltare le prediche nella Chiesa del monastero “testé” costruito.
1367 (consacrazione intero bene)
La prima consacrazione della grande chiesa monastica si celebrò nel 1367.
1368 (costruzione sala Capitolare (a destra dell'abside))
La Sala Capitolare, trasformata nel XX secolo in Cappella di San Francesco, è menzionata per la prima volta in un documento del 1368 in cui si asserisce che i monaci certosini, riuniti in questo ambiente monastico, decisero di vendere una casa di loro proprietà situata nei pressi di Porta Ticinese.
XV (costruzione ambienti laterali)
La donazione luchiniana del 1403 portò immediati benefici al cantiere certosino poiché nel terzo decennio del XV secolo si susseguirono numerose consacrazioni di altari. Il 22 gennaio del 1422, ad esempio, Monsignor Bartolomeo Capra (Vescovo di Castoria) consacrò la cappella dedicata a San Francesco ed a San Fedele, della quale ancora oggi non si conosce la precisa collocazione. Tre anni dopo lo stesso Monsignor Capra consacrò un altare dedicato al Protomartire Santo Stefano ed a tutti i Santi Martiri e l’anno successivo fu nuovamente invitato alla Certosa di Garegnano per celebrare il rito di consacrazione dell’altare di San Michele e di Tutti i Beati Spiriti.
1403 (ristrutturazione intero bene )
Intorno al 1403 si ebbe un nuovo impulso edilizio, quando Luchino Visconti fece una cospicua donazione affinché i monaci seguaci di San Bruno rimettessero mano alla fabbrica del monastero.
XVI (consacrazione intero bene)
Nel XVI secolo un nuovo fervore edilizio interessò il monastero e nell’agosto del 1508 Monsignor Matteo Vescovo di Elenopoli consacrò nuovamente l’altare dedicato a San Michele e di Tutti i Beati Spiriti, mentre l’anno successivo consacrò l’altare dedicato a San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate.
XVI (rifacimento intero bene)
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo i certosini decisero di rinnovare integralmente l’aspetto della loro casa ed il 27 luglio del 1579 il priore stipulò con il Maestro Angelo di Lonate un contratto per la costruzione di una “tomba nuova” da situarsi “da mano destra intrando la porta d'esso monastero”; una cucina, con tutte le stanze a lei pertinenti; una grande sala; e “quatro o quelli che riusciranno camerini in terra con altri suoi superiori alli sudetti”. Questo documento appare assai importante poiché nel suo testo compare il lemma “fabbrica” per ben quattordici volte, termine che utilizzato assai raramente in tutta la documentazione relativa al monastero della Certosa. La “fabbrica” di cui parla questo documento si riferiva certamente anche alla riedificazione della facciata della chiesa ed ai numerosi lavori che furono eseguiti nel Cortile delle Elemosina, nel Cortile d’Onore ed all'interno dell'edificio liturgico.
XVI - XVII (rifacimento intero bene)
Tra il 26 marzo del 1597 ed il 18 marzo del 1617 furono consacrati tre altari e cinque cappelle, tra le quali si annoverano le due cappelle erette ai fianchi dell'ingresso principale della chiesa e in adiacenza, quindi, alla facciata dell'edificio liturgico. La datazione del rifacimento di queste due cappelle è di notevole importanza poiché costituisce l’anno oltre al quale è poco probabile che sia stata conclusa l'erezione strutturale della nuova facciata della chiesa. Tali elementi concordano con la data incisa sul protiro (1606) ed alcuni elementi iconografici della statuaria della facciata della chiesa.
1562 (seconda consacrazione intero bene)
Il 6 febbraio venne consacrata per la seconda volta la chiesa monastica, unitamente a tutte le cappelle, alla Sala Capitolare ed al Cimitero dei monaci.
1574 - XVI (ampliamento Grande Chiostro)
Mentre i due maestri Corbetta erano intenti nell'adornare l'interno della chiesa, nel 1574 furono iniziati i lavori di ampliamento del grande chiostro. L’antico monastero certosino originariamente possedeva, infatti, un colonnato edificato solo su tre lati, di cui due erano occupati dalla celle, mentre sul terzo trovavano la loro collocazione parte degli edifici monastici e l'abside della chiesa. I monaci, dunque, decisero di edificare quattro nuove celle con dimensioni leggermente maggiori. In quell’occasione il capitolo decretò anche la ristrutturazione completa dell’intera struttura colonnata. Al termine dei lavori la Certosa di Milano dovette possedere uno dei più bei chiostri lombardi, caratterizzato da un perimetro interno di poco inferiore ai cinquecento metri e da decorazioni in pietra ed in cotto. Ad impreziosire maggiormente la struttura architettonica vi era il lato meridionale del Grande Chiostro che fu edificato con colonne in marmo di Carrara.
1574 - XVI (ampliamento Grande Chiostro)
I lavori riguardanti il Grande Chiostro, del quale oggi permangono solo esili tracce sul fronte esterno della chiesa, iniziarono con grande fervore e dovettero essere collaudati ed approvati da Vincenzo Seregni. Sotto la sua direzione lavorarono nel cantiere certosino i fratelli e Maestri Martino, Giovanni Antonio e Pietro Martire, oltreché Pietro Antonio de Bianchi, figlio del Maestro Battista della parrocchia di San Babila, che eseguì 410 braccia di cornicione in “Zeppo gentile” da inserirsi sopra gli archi del chiostro. Tutto questo cornicione fu decorato con elementi istoriati e fu eseguito seguendo i disegni fornitigli dallo stesso Seregni.
1578 - 1582 (completamento presbiterio)
Nel XVI secolo l’attenzione dei monaci fu rivolta anche all'edificio ecclesiastico, la cui struttura principale fu edificata ispirandosi ad una Tau capovolta. Oltre alle opere lignee eseguite nel coro monastico e sugli stalli dei monaci conversi, oggi non più esistenti, i certosini destinarono ingenti somme di denaro alla realizzazione degli affreschi absidali. Il 31 ottobre del 1578, infatti, essi stipularono con Simone Peterzano il contratto per affrescare le pareti attorno all’altare con scene raffiguranti la vita di Gesù. Il pittore bergamasco, allievo del Tiziano e maestro del Caravaggio, fu incaricato di “depingere et adorar respettivamente tutta la capella grande de la chiesa de detto monasterio di dentro et dinanzi per quanto importa tutto di fuori de li pilastri grandi de l’archone et l’istesso archone et rimanente d’essa capella fin sotto alla sommità d’essa”.
1578 - 1582 (completamento presbiterio)
Oltre alle opere pittoriche eseguite da Simone Peterzano nelle pareti dell'abside egli dipinse anche le tre grosse tele attualmente collocate dietro l’altare, raffiguranti la “Madonna in più con il Figliolo in braccio con qualche angioletti, Sancto Giovanni Battista et Sancto Bruno da la destra, Sancto Ambrosio et Sancto Hugho”, la “Resurettione di Nostro Signore con almeno duoi angioli di statura naturale occupati d’intorno alla rimotione de la piastra del sepolcro”, e l’Ascensione “del Nostro Signore al cielo sul monte con la Madonna in terra et li Apostoli et moltitudine di Discepoli et Discepole et Angioletti acompagnanti et cingenti Nostro Signore”.
XVII (completamento interno)
Nella seconda metà del XVII secolo si pose mano alla pavimentazione interna della chiesa per la realizzazione della quale venne chiamato Tommaso Orsolino. Egli realizzò con intarsi marmorei il “pavimento del Sancta Sanctorum della Chiesa, per i scali in terra dell’altare maggiore e per il pavimento del coro dei monaci”, utilizzando anche lastre di marmo di Candoglia, la cava ad uso esclusivo del Duomo di Milano.
XVII - 1629 (completamento navata)
La volontà di abbellire le decorazioni della chiesa continuò con la realizzazione del ciclo pittorico eseguito da Daniele Crespi nelle pareti e nella volta della navata, raffiguranti la storia dell’ordine fondato da San Bruno e numerosi santi e martiri certosini.
XVIII (completamento cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario)
Nella seconda metà del XVIII secolo venne inoltre affidato al canonico Biagio Belotti il compito di eseguire le decorazioni ad affresco della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario.
1782 (trasformazione intero bene)
Il 16 ottobre del 1782 la Certosa di Milano fu formalmente soppressa dal governo austriaco e per il monastero ebbe inizio una lunga decadenza architettonica. Tutti i beni monastici vennero alienati ed i monaci certosini vennero cacciati dalla loro abitazione. Le celle del Grande Chiostro vennero trasformate in deposito della polvere da sparo del Castello Sforzesco, subendo radicali ristrutturazioni e rifacimenti e parte della Prioria saltò in aria per un’errata lavorazione delle polveri. Il monastero fu smembrato in tre parti e solo la chiesa e la casa parrocchiale furono cedute all'autorità ecclesiastica affinché le trasformassero nella nuova sede della parrocchia.
1783 (trasformazione intero bene)
A partire dalla notte di Natale, con la prima celebrazione eucaristica, la chiesa di clausura monastica divenne chiesa parrocchiale, aprendosi alla fruizione pubblica dei fedeli e subendo le indispensabili trasformazioni quali, ad esempio, la realizzazione di un pulpito e l'inserimento di un fonte battesimale. La chiesa parrocchiale esistente in paese venne abbattuta.
1845 (completamento campanile)
Il 4 novembre don Giuseppe Garavaglia, che resse la parrocchia dal 1838 al 1870, pose la prima pietra per il completamento del campanile, lasciato non finito dai monaci certosini.
1929 - 1932 (restauro intero bene)
Nel mese di dicembre venne creato per opera del parroco il “Comitato cittadino per il restauro della Certosa” in occasione del terzo centenario della morte di Daniele Crespi. Questo svolse un'importante attività di supporto al parroco intento a valorizzare l'antica chiesa monastica e ricoprì un'intensa attività finalizzata ai restauri della Certosa. Il comitato venne sciolto il 20 giugno 1932.
1960 (cura pastorale intero bene)
Nel mese di gennaio del 1960 il Cardinale di Milano Giovan Battista Montini scrisse al generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di “accettare la cura pastorale della Parrocchia di S. Maria Assunta alla Certosa di via Garegnano a Milano”. Essi si dichiararono disponibili ad avere cura della chiesa e dei fedeli della parrocchia accettandone ufficialmente la 'custodia' nel mese di settembre del medesimo anno. Essi vi entrarono ufficialmente il 23 settembre 1960.
1960 - 1968 (restauro intero bene)
Entro la prima metà del 1968 vennero restaurati gli affreschi della Sala Capitolare e si realizzò il nuovo fonte battesimale in marmo, che venne posizionato nella cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario.
1960 - 1970 (trasformazione intero bene)
Negli anni Sessanta la comunità dei frati cappuccini abbandonò l’antico progetto di don Clemente Contini di ripristinare al culto liturgico le cappelle settentrionali, e nel terzo vano vi realizzarono una nuova penitenziaria. Il lavoro maggiore, tuttavia, fu il rifacimento dell’impianto di riscaldamento della chiesa, in precedenza affidato a lampade a gas. Si realizzò, dunque, l’impianto ad areazione forzata ancora oggi esistente che riscalda la navata della chiesa, le cappelle settentrionali, la sacrestia e la Sala del Tesoro. In quell’occasione si rifece anche la pavimentazione di tutti gli ambienti del lato settentrionale, ad esclusione della cappella dedicata a San Brunone Vescovo e Sant’Ugo Vescovo e Confessore.
1970 - 1974 (restauro intero bene)
Padre Vittricio Mabellini realizzò un grosso intervento di restauro della Certosa. I lavori da lui promossi furono molteplici ed il restauro del Cortile delle Elemosina fu inaugurato il 22 novembre del 1974. Sponsorizzato dal Rotary Club di Milano Nord-Ovest, questo restauro venne approvato dal proprio Consiglio Direttivo il 12 ottobre dell’anno precedente ed iniziato nel mese di marzo dello stesso 1974.
1974 - 1976 (restauri Cortile d’Onore)
L’impegno profuso nel 1974 proseguì negli anni successivi e nel giugno del 1976 vennero inaugurati i restauri eseguiti dal Rotary nel Cortile d’Onore. Durante questi lavori vennero rifatte le coperture, furono revisionate le capriate lignee, vennero rifatti completamente gli intonaci, fu controllato e rifatto il sistema di smaltimento delle acque meteoriche e venne ricostruito in ferro battuto l’intero cancello d’ingresso ed il vessillo con lo stemma certosino. Durante questo restauro fu sistemata nuovamente la rete fognaria e si eseguì il rifacimento della pavimentazione in acciottolato seguendo “l’artistico disegno dell’epoca precedente”.
1980 - 1989 (restauro facciata)
All’inizio degli anni Ottanta la facciata dell’antica chiesa monastica certosina fu oggetto di un imponente restauro. Secondo le parole dell’architetto Roberto Cecchi, all’epoca Responsabile di Zona della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano, l'intervento sulla facciata della Certosa fu “condotto secondo criteri rigorosamente scientifici e probabilmente uno dei primi esempi di applicazione di certe metodologie su vaste superfici”.
1984 (restauro Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario)
Fu eseguito il restauro delle parti decorative della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario, la cui esecuzione è stata affidata alla ditta Colombo Rodolfo.
1988 (restauro intero bene)
La allora Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Lombardia stanziò un nuovo finanziamento a favore del restauro degli intonaci delle murature prospicienti l’Autostrada dei Laghi.
1990 (adeguamento facciata)
Realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione da parte del Comune di Milano, curando in particolar modo l’illuminazione della facciata. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Missaglia Elettrotecnoimpianti ed al collaudo hanno partecipato anche alcuni esponenti della Comitato per i Restauri voluto dal nuovo parroco padre Saverio Corti.
1990 - 1991 (restauri sacrestia)
Il parroco decise di dare maggior organicità ai lavori del Comitato dei Restauri e invitò alcuni esponenti del mondo accademico ed i responsabili di zona delle soprintendenze a farne parte.
Il primo risultato visibile di questa nuova impostazione fu il restauro del paliotto in scagliola della sacrestia, dedicato alla Beata Beatrice d’Ornacieux, a cura del professore Bruno Gandola.
1991 - 1992 (rifacimenti chiesa)
Nel 1992 la parrocchia, coadiuvata dal Comitato per i Restauri, commissionò all’Impresa di Costruzione Edile Appiani Giovanni il rifacimento della copertura della navata della chiesa. I lavori cominciarono il primo settembre 1992 ed il giorno 17 dello stesso mese si iniziò il rifacimento della copertura.
1993 - 1996 (restauri Chiostro della Foresteria)
La parrocchia, coadiuvata dal Comitato per i Restauri, commissionò all’Impresa di Costruzione Edile Appiani Giovanni il rifacimento della copertura della navata della chiesa. I lavori di montaggio dei ponteggi cominciarono il primo settembre dell'anno successivo ed il giorno 17 dello stesso mese si iniziò il rifacimento della copertura.
1998 - 1999 (restauri intero bene)
In occasione del Giubileo, la Certosa è stata oggetto di un imponente restauro reso possibile da un finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I lavori hanno compreso sia vaste opere di ristrutturazione del complesso, sia opere edilizie e di restauro conservative della chiesa esistente, operando in particolar modo sui preziosi stucchi dorati e sui cicli di affreschi al suo interno.
1998 - 1999 (restauri intero bene)
La stesura esecutiva del progetto di restauro fu affidata all’architetto Domenico Tripodi (Responsabile del progetto) e all’architetto Paolo Terribili che, a loro volta, si sono avvalsi della consulenza di numerosi collaboratori, tra i quali: Maria Antonietta Crippa (Consulente generale storico-artistica), Carlo Capponi (Consulente per i restauri artistici), Samir El-Behairy (Coordinatore sondaggi radar), Donatella Ferrieri e Lorenzo Rossi (Coordinatori indagini termografiche), Giovanni Liotta (Consulente per i restauri lignei), Diego Meroni (Responsabile della gestione amministrativa e degli appalti), Giorgio Piantato (Coordinatore della sicurezza), Ildefonso Sgarella (Coordinatore generale), Ignazio Tabacco (responsabile dei sondaggi radar), Giorgio Maria Vismara (Strutturista), Ferdinando Zanzottera (Consulente per le indagini storico-critiche).
2009 - 2011 (restauro campanile)
Restauro del campanile e del castello delle campane.
2011 (restauro interno)
Lavori alla chiesa parrocchiale: restauro affreschi di Simone Peterzano sulla volta dell'abside per danni da infiltrazioni nel catino absidale.
2015 - 2016 (restauro intero bene)
Nel 2015 la parrocchia ha ottenuto un nuovo finanziamento da parte del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo per il restauro conservativo dei fregi e dei capitelli presenti nel Cortile d’Onore e del protiro d’ingresso alla chiesa; il consolidamento e manutenzione del sottotetto della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario; il restauro delle superfici lapidee e intonacate del tiburio.
2016 (restauro interno)
Restauro del paliotto d'altare in scagliola policroma intarsiata (Cappella San Bruno) a cura della restauratrice Eliana Tovagliaro. |
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