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Milano
Milano
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta in Certosa
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Certosa
Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Elementi decorativi; Campanile; Cappelle laterali; Soffitto
altare - aggiunta arredo (1970(?)); ambone - aggiunta arredo (1960); ambone - aggiunta arredo (1970(?)); cattedra - aggiunta arredo (1970(?))
XIV - XIV(fondazione intero bene); 1349 - 1349(costruzione intero bene); 1352 - 1352(costruzione intero bene); 1367 - 1367(consacrazione intero bene); 1368 - 1368(costruzione sala Capitolare (a destra dell'abside)); XV - XV(costruzione ambienti laterali); 1403 - 1403(ristrutturazione intero bene ); XVI - XVI(consacrazione intero bene); XVI - XVI(rifacimento intero bene); XVI - XVII(rifacimento intero bene); 1562 - 1562(seconda consacrazione intero bene); 1574 - XVI(ampliamento Grande Chiostro); 1574 - XVI(ampliamento Grande Chiostro); 1578 - 1582(completamento presbiterio); 1578 - 1582(completamento presbiterio); XVII - XVII(completamento interno); XVII - 1629(completamento navata); XVIII - XVIII(completamento cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario); 1782 - 1782(trasformazione intero bene); 1783 - 1783(trasformazione intero bene); 1845 - 1845(completamento campanile); 1929 - 1932(restauro intero bene); 1960 - 1960(cura pastorale intero bene); 1960 - 1968(restauro intero bene); 1960 - 1970(trasformazione intero bene); 1970 - 1974(restauro intero bene); 1974 - 1976(restauri Cortile d’Onore); 1980 - 1989(restauro facciata); 1984 - 1984(restauro Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario); 1988 - 1988(restauro intero bene); 1990 - 1990(adeguamento facciata); 1990 - 1991(restauri sacrestia); 1991 - 1992(rifacimenti chiesa); 1993 - 1996(restauri Chiostro della Foresteria); 1998 - 1999(restauri intero bene); 1998 - 1999(restauri intero bene); 2009 - 2011(restauro campanile); 2011 - 2011(restauro interno); 2015 - 2016(restauro intero bene); 2016 - 2016(restauro interno)
Chiesa di Santa Maria Assunta in Certosa
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta in Certosa <Milano>
Altre denominazioni Certosa di Garegnano
S. Maria Assunta in Certosa
Autore (ruolo)
Seregni, Vincenzo (ristrutturazione e ampliamento)
Tibaldi, Domenico (ristrutturazione e ampliamento)
Alessi, Galeazzo (ristrutturazione e ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

XIV  (fondazione intero bene)

La donazione per fondare la nuova casa dell’ordine fu accettata dal priore della Certosa di San Gerolamo presso Bologna e dal priore del monastero di San Pietro a Pontignano presso Siena. Essa venne riconfermata qualche anno dopo dallo stesso Giovanni Visconti il quale asserì: “Coloro che si dedicano al servigio del Dio della virtù, essendo sovraccarichi di altri doveri pubblici, accade loro spesse volte, di essere allontanati, per diversi molteplici ragioni, dalla meditazione, dalla contemplazione da altri esercizi spirituali, a cui dovrebbero attendere continuamente […] perciò, abbiamo voluto coi beni nostri fraterni e non coi beni di qualche Chiesa, o possedimenti da dignità ecclesiastiche, far erigere in onore della B. V. Maria Madre di Dio e di N. S. G. C. nel villaggio di Garegnano della diocesi di Milano, una casa dell’Ordine dei Certosini, la quale verrà chiamata: Monastero di Santa Maria o Casa dell’Agnus Dei”.

1349  (costruzione intero bene)

La Certosa di Milano fu fondata il 19 settembre del 1349 da Giovanni Visconti, il quale ricopriva la carica di Signore ed Arcivescovo di Milano, nel borgo di Garegnano.

1352  (costruzione intero bene)

I lavori per erigere la nuova certosa lombarda procedettero rapidamente tanto che nel 1352 i suoi ambienti principali dovevano essere già terminati. Il 6 giugno di quell’anno, infatti, venne concessa l'indulgenza a tutti coloro che si fossero recati ad ascoltare le prediche nella Chiesa del monastero “testé” costruito.

1367  (consacrazione intero bene)

La prima consacrazione della grande chiesa monastica si celebrò nel 1367.

1368  (costruzione sala Capitolare (a destra dell'abside))

La Sala Capitolare, trasformata nel XX secolo in Cappella di San Francesco, è menzionata per la prima volta in un documento del 1368 in cui si asserisce che i monaci certosini, riuniti in questo ambiente monastico, decisero di vendere una casa di loro proprietà situata nei pressi di Porta Ticinese.

XV  (costruzione ambienti laterali)

La donazione luchiniana del 1403 portò immediati benefici al cantiere certosino poiché nel terzo decennio del XV secolo si susseguirono numerose consacrazioni di altari. Il 22 gennaio del 1422, ad esempio, Monsignor Bartolomeo Capra (Vescovo di Castoria) consacrò la cappella dedicata a San Francesco ed a San Fedele, della quale ancora oggi non si conosce la precisa collocazione. Tre anni dopo lo stesso Monsignor Capra consacrò un altare dedicato al Protomartire Santo Stefano ed a tutti i Santi Martiri e l’anno successivo fu nuovamente invitato alla Certosa di Garegnano per celebrare il rito di consacrazione dell’altare di San Michele e di Tutti i Beati Spiriti.

1403  (ristrutturazione intero bene )

Intorno al 1403 si ebbe un nuovo impulso edilizio, quando Luchino Visconti fece una cospicua donazione affinché i monaci seguaci di San Bruno rimettessero mano alla fabbrica del monastero.

XVI  (consacrazione intero bene)

Nel XVI secolo un nuovo fervore edilizio interessò il monastero e nell’agosto del 1508 Monsignor Matteo Vescovo di Elenopoli consacrò nuovamente l’altare dedicato a San Michele e di Tutti i Beati Spiriti, mentre l’anno successivo consacrò l’altare dedicato a San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate.

XVI  (rifacimento intero bene)

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo i certosini decisero di rinnovare integralmente l’aspetto della loro casa ed il 27 luglio del 1579 il priore stipulò con il Maestro Angelo di Lonate un contratto per la costruzione di una “tomba nuova” da situarsi “da mano destra intrando la porta d'esso monastero”; una cucina, con tutte le stanze a lei pertinenti; una grande sala; e “quatro o quelli che riusciranno camerini in terra con altri suoi superiori alli sudetti”. Questo documento appare assai importante poiché nel suo testo compare il lemma “fabbrica” per ben quattordici volte, termine che utilizzato assai raramente in tutta la documentazione relativa al monastero della Certosa. La “fabbrica” di cui parla questo documento si riferiva certamente anche alla riedificazione della facciata della chiesa ed ai numerosi lavori che furono eseguiti nel Cortile delle Elemosina, nel Cortile d’Onore ed all'interno dell'edificio liturgico.

XVI - XVII (rifacimento intero bene)

Tra il 26 marzo del 1597 ed il 18 marzo del 1617 furono consacrati tre altari e cinque cappelle, tra le quali si annoverano le due cappelle erette ai fianchi dell'ingresso principale della chiesa e in adiacenza, quindi, alla facciata dell'edificio liturgico. La datazione del rifacimento di queste due cappelle è di notevole importanza poiché costituisce l’anno oltre al quale è poco probabile che sia stata conclusa l'erezione strutturale della nuova facciata della chiesa. Tali elementi concordano con la data incisa sul protiro (1606) ed alcuni elementi iconografici della statuaria della facciata della chiesa.

1562  (seconda consacrazione intero bene)

Il 6 febbraio venne consacrata per la seconda volta la chiesa monastica, unitamente a tutte le cappelle, alla Sala Capitolare ed al Cimitero dei monaci.

1574 - XVI (ampliamento Grande Chiostro)

Mentre i due maestri Corbetta erano intenti nell'adornare l'interno della chiesa, nel 1574 furono iniziati i lavori di ampliamento del grande chiostro. L’antico monastero certosino originariamente possedeva, infatti, un colonnato edificato solo su tre lati, di cui due erano occupati dalla celle, mentre sul terzo trovavano la loro collocazione parte degli edifici monastici e l'abside della chiesa. I monaci, dunque, decisero di edificare quattro nuove celle con dimensioni leggermente maggiori. In quell’occasione il capitolo decretò anche la ristrutturazione completa dell’intera struttura colonnata. Al termine dei lavori la Certosa di Milano dovette possedere uno dei più bei chiostri lombardi, caratterizzato da un perimetro interno di poco inferiore ai cinquecento metri e da decorazioni in pietra ed in cotto. Ad impreziosire maggiormente la struttura architettonica vi era il lato meridionale del Grande Chiostro che fu edificato con colonne in marmo di Carrara.

1574 - XVI (ampliamento Grande Chiostro)

I lavori riguardanti il Grande Chiostro, del quale oggi permangono solo esili tracce sul fronte esterno della chiesa, iniziarono con grande fervore e dovettero essere collaudati ed approvati da Vincenzo Seregni. Sotto la sua direzione lavorarono nel cantiere certosino i fratelli e Maestri Martino, Giovanni Antonio e Pietro Martire, oltreché Pietro Antonio de Bianchi, figlio del Maestro Battista della parrocchia di San Babila, che eseguì 410 braccia di cornicione in “Zeppo gentile” da inserirsi sopra gli archi del chiostro. Tutto questo cornicione fu decorato con elementi istoriati e fu eseguito seguendo i disegni fornitigli dallo stesso Seregni.

1578 - 1582 (completamento presbiterio)

Nel XVI secolo l’attenzione dei monaci fu rivolta anche all'edificio ecclesiastico, la cui struttura principale fu edificata ispirandosi ad una Tau capovolta. Oltre alle opere lignee eseguite nel coro monastico e sugli stalli dei monaci conversi, oggi non più esistenti, i certosini destinarono ingenti somme di denaro alla realizzazione degli affreschi absidali. Il 31 ottobre del 1578, infatti, essi stipularono con Simone Peterzano il contratto per affrescare le pareti attorno all’altare con scene raffiguranti la vita di Gesù. Il pittore bergamasco, allievo del Tiziano e maestro del Caravaggio, fu incaricato di “depingere et adorar respettivamente tutta la capella grande de la chiesa de detto monasterio di dentro et dinanzi per quanto importa tutto di fuori de li pilastri grandi de l’archone et l’istesso archone et rimanente d’essa capella fin sotto alla sommità d’essa”.

1578 - 1582 (completamento presbiterio)

Oltre alle opere pittoriche eseguite da Simone Peterzano nelle pareti dell'abside egli dipinse anche le tre grosse tele attualmente collocate dietro l’altare, raffiguranti la “Madonna in più con il Figliolo in braccio con qualche angioletti, Sancto Giovanni Battista et Sancto Bruno da la destra, Sancto Ambrosio et Sancto Hugho”, la “Resurettione di Nostro Signore con almeno duoi angioli di statura naturale occupati d’intorno alla rimotione de la piastra del sepolcro”, e l’Ascensione “del Nostro Signore al cielo sul monte con la Madonna in terra et li Apostoli et moltitudine di Discepoli et Discepole et Angioletti acompagnanti et cingenti Nostro Signore”.

XVII  (completamento interno)

Nella seconda metà del XVII secolo si pose mano alla pavimentazione interna della chiesa per la realizzazione della quale venne chiamato Tommaso Orsolino. Egli realizzò con intarsi marmorei il “pavimento del Sancta Sanctorum della Chiesa, per i scali in terra dell’altare maggiore e per il pavimento del coro dei monaci”, utilizzando anche lastre di marmo di Candoglia, la cava ad uso esclusivo del Duomo di Milano.

XVII - 1629 (completamento navata)

La volontà di abbellire le decorazioni della chiesa continuò con la realizzazione del ciclo pittorico eseguito da Daniele Crespi nelle pareti e nella volta della navata, raffiguranti la storia dell’ordine fondato da San Bruno e numerosi santi e martiri certosini.

XVIII  (completamento cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario)

Nella seconda metà del XVIII secolo venne inoltre affidato al canonico Biagio Belotti il compito di eseguire le decorazioni ad affresco della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario.

1782  (trasformazione intero bene)

Il 16 ottobre del 1782 la Certosa di Milano fu formalmente soppressa dal governo austriaco e per il monastero ebbe inizio una lunga decadenza architettonica. Tutti i beni monastici vennero alienati ed i monaci certosini vennero cacciati dalla loro abitazione. Le celle del Grande Chiostro vennero trasformate in deposito della polvere da sparo del Castello Sforzesco, subendo radicali ristrutturazioni e rifacimenti e parte della Prioria saltò in aria per un’errata lavorazione delle polveri. Il monastero fu smembrato in tre parti e solo la chiesa e la casa parrocchiale furono cedute all'autorità ecclesiastica affinché le trasformassero nella nuova sede della parrocchia.

1783  (trasformazione intero bene)

A partire dalla notte di Natale, con la prima celebrazione eucaristica, la chiesa di clausura monastica divenne chiesa parrocchiale, aprendosi alla fruizione pubblica dei fedeli e subendo le indispensabili trasformazioni quali, ad esempio, la realizzazione di un pulpito e l'inserimento di un fonte battesimale. La chiesa parrocchiale esistente in paese venne abbattuta.

1845  (completamento campanile)

Il 4 novembre don Giuseppe Garavaglia, che resse la parrocchia dal 1838 al 1870, pose la prima pietra per il completamento del campanile, lasciato non finito dai monaci certosini.

1929 - 1932 (restauro intero bene)

Nel mese di dicembre venne creato per opera del parroco il “Comitato cittadino per il restauro della Certosa” in occasione del terzo centenario della morte di Daniele Crespi. Questo svolse un'importante attività di supporto al parroco intento a valorizzare l'antica chiesa monastica e ricoprì un'intensa attività finalizzata ai restauri della Certosa. Il comitato venne sciolto il 20 giugno 1932.

1960  (cura pastorale intero bene)

Nel mese di gennaio del 1960 il Cardinale di Milano Giovan Battista Montini scrisse al generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di “accettare la cura pastorale della Parrocchia di S. Maria Assunta alla Certosa di via Garegnano a Milano”. Essi si dichiararono disponibili ad avere cura della chiesa e dei fedeli della parrocchia accettandone ufficialmente la 'custodia' nel mese di settembre del medesimo anno. Essi vi entrarono ufficialmente il 23 settembre 1960.

1960 - 1968 (restauro intero bene)

Entro la prima metà del 1968 vennero restaurati gli affreschi della Sala Capitolare e si realizzò il nuovo fonte battesimale in marmo, che venne posizionato nella cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario.

1960 - 1970 (trasformazione intero bene)

Negli anni Sessanta la comunità dei frati cappuccini abbandonò l’antico progetto di don Clemente Contini di ripristinare al culto liturgico le cappelle settentrionali, e nel terzo vano vi realizzarono una nuova penitenziaria. Il lavoro maggiore, tuttavia, fu il rifacimento dell’impianto di riscaldamento della chiesa, in precedenza affidato a lampade a gas. Si realizzò, dunque, l’impianto ad areazione forzata ancora oggi esistente che riscalda la navata della chiesa, le cappelle settentrionali, la sacrestia e la Sala del Tesoro. In quell’occasione si rifece anche la pavimentazione di tutti gli ambienti del lato settentrionale, ad esclusione della cappella dedicata a San Brunone Vescovo e Sant’Ugo Vescovo e Confessore.

1970 - 1974 (restauro intero bene)

Padre Vittricio Mabellini realizzò un grosso intervento di restauro della Certosa. I lavori da lui promossi furono molteplici ed il restauro del Cortile delle Elemosina fu inaugurato il 22 novembre del 1974. Sponsorizzato dal Rotary Club di Milano Nord-Ovest, questo restauro venne approvato dal proprio Consiglio Direttivo il 12 ottobre dell’anno precedente ed iniziato nel mese di marzo dello stesso 1974.

1974 - 1976 (restauri Cortile d’Onore)

L’impegno profuso nel 1974 proseguì negli anni successivi e nel giugno del 1976 vennero inaugurati i restauri eseguiti dal Rotary nel Cortile d’Onore. Durante questi lavori vennero rifatte le coperture, furono revisionate le capriate lignee, vennero rifatti completamente gli intonaci, fu controllato e rifatto il sistema di smaltimento delle acque meteoriche e venne ricostruito in ferro battuto l’intero cancello d’ingresso ed il vessillo con lo stemma certosino. Durante questo restauro fu sistemata nuovamente la rete fognaria e si eseguì il rifacimento della pavimentazione in acciottolato seguendo “l’artistico disegno dell’epoca precedente”.

1980 - 1989 (restauro facciata)

All’inizio degli anni Ottanta la facciata dell’antica chiesa monastica certosina fu oggetto di un imponente restauro. Secondo le parole dell’architetto Roberto Cecchi, all’epoca Responsabile di Zona della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano, l'intervento sulla facciata della Certosa fu “condotto secondo criteri rigorosamente scientifici e probabilmente uno dei primi esempi di applicazione di certe metodologie su vaste superfici”.

1984  (restauro Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario)

Fu eseguito il restauro delle parti decorative della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario, la cui esecuzione è stata affidata alla ditta Colombo Rodolfo.

1988  (restauro intero bene)

La allora Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della Lombardia stanziò un nuovo finanziamento a favore del restauro degli intonaci delle murature prospicienti l’Autostrada dei Laghi.

1990  (adeguamento facciata)

Realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione da parte del Comune di Milano, curando in particolar modo l’illuminazione della facciata. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Missaglia Elettrotecnoimpianti ed al collaudo hanno partecipato anche alcuni esponenti della Comitato per i Restauri voluto dal nuovo parroco padre Saverio Corti.

1990 - 1991 (restauri sacrestia)

Il parroco decise di dare maggior organicità ai lavori del Comitato dei Restauri e invitò alcuni esponenti del mondo accademico ed i responsabili di zona delle soprintendenze a farne parte. Il primo risultato visibile di questa nuova impostazione fu il restauro del paliotto in scagliola della sacrestia, dedicato alla Beata Beatrice d’Ornacieux, a cura del professore Bruno Gandola.

1991 - 1992 (rifacimenti chiesa)

Nel 1992 la parrocchia, coadiuvata dal Comitato per i Restauri, commissionò all’Impresa di Costruzione Edile Appiani Giovanni il rifacimento della copertura della navata della chiesa. I lavori cominciarono il primo settembre 1992 ed il giorno 17 dello stesso mese si iniziò il rifacimento della copertura.

1993 - 1996 (restauri Chiostro della Foresteria)

La parrocchia, coadiuvata dal Comitato per i Restauri, commissionò all’Impresa di Costruzione Edile Appiani Giovanni il rifacimento della copertura della navata della chiesa. I lavori di montaggio dei ponteggi cominciarono il primo settembre dell'anno successivo ed il giorno 17 dello stesso mese si iniziò il rifacimento della copertura.

1998 - 1999 (restauri intero bene)

In occasione del Giubileo, la Certosa è stata oggetto di un imponente restauro reso possibile da un finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I lavori hanno compreso sia vaste opere di ristrutturazione del complesso, sia opere edilizie e di restauro conservative della chiesa esistente, operando in particolar modo sui preziosi stucchi dorati e sui cicli di affreschi al suo interno.

1998 - 1999 (restauri intero bene)

La stesura esecutiva del progetto di restauro fu affidata all’architetto Domenico Tripodi (Responsabile del progetto) e all’architetto Paolo Terribili che, a loro volta, si sono avvalsi della consulenza di numerosi collaboratori, tra i quali: Maria Antonietta Crippa (Consulente generale storico-artistica), Carlo Capponi (Consulente per i restauri artistici), Samir El-Behairy (Coordinatore sondaggi radar), Donatella Ferrieri e Lorenzo Rossi (Coordinatori indagini termografiche), Giovanni Liotta (Consulente per i restauri lignei), Diego Meroni (Responsabile della gestione amministrativa e degli appalti), Giorgio Piantato (Coordinatore della sicurezza), Ildefonso Sgarella (Coordinatore generale), Ignazio Tabacco (responsabile dei sondaggi radar), Giorgio Maria Vismara (Strutturista), Ferdinando Zanzottera (Consulente per le indagini storico-critiche).

2009 - 2011 (restauro campanile)

Restauro del campanile e del castello delle campane.

2011  (restauro interno)

Lavori alla chiesa parrocchiale: restauro affreschi di Simone Peterzano sulla volta dell'abside per danni da infiltrazioni nel catino absidale.

2015 - 2016 (restauro intero bene)

Nel 2015 la parrocchia ha ottenuto un nuovo finanziamento da parte del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo per il restauro conservativo dei fregi e dei capitelli presenti nel Cortile d’Onore e del protiro d’ingresso alla chiesa; il consolidamento e manutenzione del sottotetto della Cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario; il restauro delle superfici lapidee e intonacate del tiburio.

2016  (restauro interno)

Restauro del paliotto d'altare in scagliola policroma intarsiata (Cappella San Bruno) a cura della restauratrice Eliana Tovagliaro.
Descrizione

Il complesso architettonico è anticipato dal Cortile delle Elemosina, struttura architettonica rettangolare dotata di porticati a triplice fornice a tutto sesto e, attraversato un grande arco, dal Cortile d’Onore, dal quale si può accedere ai resti della Corte rustica (a sinistra) e all'antico Chiostro della Foresteria maschile (a destra). Dal chiostro si possono poi raggiungere gli originari spazi monastici del Refettorio, del Claustro parvo e della Sala Capitolare. Sul Cortile d’Onore prospetta anche la facciata della chiesa che, secondo la tradizione edilizia certosina, presenta un impianto a navata unica con pianta taumata capovolta, che si conclude con un presbiterio absidato coronato centralmente da un a volta ad ombrello impostata su un tamburo quadrangolare e contenuta in un tiburio ottagonale. La facciata principale presenta una suddivisione in tre ordini architettonici sovrapposti, raccordati da volute. Al centro del primo ordine, scandito in cinque scoparti da paraste binate di ordine corinzio, si trova il piccolo protiro di ingresso: un timpano curvilineo spezzato sorretto da due colonne corinzie nel quale è inserito un altorilievo in marmo di Candoglia raffigurante il riposo della Sacra Famiglia durante il viaggio verso l’Egitto con l'Agnus Dei. Ai fianchi del protiro due nicchie ospitano le sculture raffiguranti Sant’Ugo Vescovo di Lincoln e San Bruno. Lateralmente, sui timpani spezzati delle finestre rettangolari sono inseriti i busti di Giovanni e Luchino Visconti, considerati il primo ed il secondo fondatore della certosa milanese. Il secondo ordine della facciata, al centro della quale si apre una finestra a serliana, è separato dall'ordine inferiore tramite una fascia decorativa a dentelli, ripresa nelle pareti del Cortile d’Onore. Ai lati della serliana sempre separate da paraste binate di ordine composito sono conservate le statue in marmo di Candoglia raffiguranti San Carlo Borromeo e Sant’Ambrogio in nicchie semicircolari timpanate. All'estremità della facciata due piramidi in pietra, concludono il secondo ordine. Superiormente il terzo ordine è dominato dalla presenza di un altorilievo in pietra rossa d’Angera raffigurante Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli. Conclude la facciata un timpano triangolare sormontato da sculture in marmo di Candoglia raffiguranti la Madonna e due angeli e contenente un timpano mistilineo in pietra d'Angera. Internamente, superato l’ingresso, due ampie cappelle dedicate a destra all'Annunciazione e a sinistra a san Brunone, costituiscono planimetricamente le braccia della croce e da questi si può accedere a numerosi ambienti, tra cui sul lato destro alla cappella feriale, ambienti un tempo impiegati per le celebrazioni eucaristiche dei singoli monaci. La spazialità della navata unica della chiesa è scandita dalla sequenza ritmica di lesene maggiori di ordine composito che reggono un cornicione e inquadrano lesene doriche a reggere tre arcate tamponate per lato. Le pareti sono decorate dagli affreschi di Daniele Crespi, rappresentanti alcune scene della vita di San Bruno, figure di Santi e monaci insigni dell’ordine ed alcune figure allegoriche. A Daniele Crespi si deve anche la decorazione pittorica della volta a botte a riquadri geometrici. Rialzata dalla navata attraverso due gradini, la zona presbiteriale è ornata dagli affreschi di Simone Peterzano e risulta separata dalla navata tramite una balaustra artistica seicentesca e un cancello in ferro battuto. Al centro del presbiterio un semplice tavolo ligneo funge da mensa eucaristica. Dietro ad esso si trova l’altare marmoreo con tempietto a esili colonne e cupola intarsiata realizzato nella prima metà del XX secolo recuperando parte della precedente struttura. Prima dei gradini del presbiterio a sinistra si ha accesso alla sacrestia e a destra alla sala capitolare che conserva un'antica decorazione cinquecentesca raffigurante san Michele arcangelo in un contesto di finta architettura prospettica.
Coperture
La copertura è a falde inclinate con struttura portante presumibilmente lignea e manto in coppi.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa presenta importanti testimonianze storico-artistiche della cultura decorativa pavimentale certosina. Di particolare rilievo è la tradizionale pavimentazione marmorea seicentesca realizzata da Tommaso Orsolino lungo la navata della chiesa e la pavimentazione, di medesima mano ed epoca, dell'abside, realizzata ad intarsi marmorei policromi oggi non in perfetto stato di conservazione.
Impianto strutturale
L'impianto della chiesa corrisponde ai dettami della cultura e della tradizione edilizia certosina. La chiesa, pertanto, presenta una pianta taumata capovolta. La struttura portante è in muratura piena in laterizi e malta.
Elementi decorativi
La chiesa presenta tre cicli pittorici principali eseguiti da Simone Peterzano, allievo del Tiziano e maestro del Caravaggio, Daniele Crespi e Biagio Belotti. Oltre a queste opere la chiesa presenta numerosi altri affreschi e tele eseguite tra il XVI ed il XVII secolo. Tra queste tre quadri di grandi dimensioni dello stesso Simone Peterzano raffiguranti la Resurrezione, la Madonna con il Bambino tra Santi e l'Ascensione. Inoltre l'affresco della volta della Sala Capitolare è attribuito a Bernardino Solari.
Campanile
Il campanile sul lato destro in prossimità del presbiterio è costituito da una struttura ad impianto quadrangolare con prospetti interamente intonacati, orologio, marcapiano aggettante e superiormente una cella campanaria con monofore coperta da un cupolino con manto in rame.
Cappelle laterali
Superato l'ingresso a destra si ha accesso alla cappella dell'Annunciata, con affreschi di Biagio Belotti e pala di Enea Salmeggia; a sinistra cappella di san Brunone da cui si accede ad un'altra cappella. Ai lati del presbiterio a sinistra si accede alla sacrestia con l'altare in scagliola e affresco parietale quattrocentesco raffigurante S. Caterina da Siena tra i santi Benedetto e Bruno e a destra si accede alla sala capitolare con affreschi monocromi del Belotti.
Soffitto
Volta a botte lunettata con decorazioni a stucco ed affreschi negli sfondati per la navata; volta ad ombrello ad impianto ottagonale nel presbiterio; catino semicircolare absidale.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970(?))
Sostituzione del precedente altare ligneo, costituito da una semplice mensa, con un'altra struttura a carattere provvisionale. In questa occasione si è asportata anche la pedana lignea che in precedenza sopraelevava l'altare rispetto al piano di calpestio dell'area presbiteriale.
ambone - aggiunta arredo (1960)
Negli anni Sessanta è stato inserito un leggio con funzione di ambone con conseguente distruzione del pulpito collocato sul fianco sinistro della navata.
ambone - aggiunta arredo (1970(?))
In occasione della sostituzione della mensa eucaristica si è proceduto a sostituire con una nuova struttura anche il vecchio leggio con funzione di ambone.
cattedra - aggiunta arredo (1970(?))
In occasione della sostituzione della mensa eucaristica si è proceduto a sostituire con una sedia la precedente cattedra, anch'essa costituita da una semplice sedia a carattere provvisorio.
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