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Cinisello Balsamo
Milano
chiesa
parrocchiale
S. Ambrogio
Parrocchia di Sant'Ambrogio
Pianta; Struttura; Campanile; Soffitto; Altare maggiore; Cappelle laterali; Cicli affrescati; Pavimenti e pavimentazioni; Organo; Coperture; Opere d'arte; Opere d'arte; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1966); presbiterio - intervento strutturale (1991)
IV (?) - VII (?)(Notizie storiche Carattere generale); XV - XVI(Preesistenze Intero bene); 1537 - 1567(Notizie storiche Intero bene); 1579 - 1579(Notizie storiche Intero bene); 1592 - 1596(Notizie storiche Intero bene); 1604 - 1604(Modifiche Intero bene); 1636 - 1644(Ristrutturazione Intero bene); XVIII - XVIII(Ampliamento Intero bene); 1715 - 1716(Costruzione Altare minore); 1754 - 1886(Notizie storiche Organo); 1772 - 1778(Restauro Campanile); 1781 - 1792(Costruzione Campanile); 1806 - 1806(Ampliamento Intero bene); 1839 - 1846(Ampliamento Intero bene); 1845 - 1845(Costruzione Pulpito e coro); 1846 - 1905(Dipinti murali Interno); 1861 - 1861(Costruzione Pulpito); 1862 - 1863(Completamento Campanile); 1872 - 1872(Costruzione Altare maggiore); 1877 - 1890(Dipinti murali Interno); XX - XX(Restauro Intero bene); 1900 - 1900(Costruzione Organo ); 1900 - 1900(Restauro Statuaria); 1916 - 1966(Consacrazione Intero bene); 1966 - 1970(Ristrutturazione Intero bene); 1971 - 1971(Decorazione Presbiterio); 1987 - 1987(Restauro Intero bene); 1991 - 1991(Restauro Intero bene); 2002 - 2002(Rifacimento Sagrato); 2009 - 2009(Restauro Campanile); 2010 - 2010(Restauro Esterno)
Chiesa di Sant'Ambrogio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Ambrogio <Cinisello Balsamo>
Altre denominazioni S. Ambrogio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

IV (?) - VII (?) (Notizie storiche Carattere generale)

Della presenza di un luogo di culto di origine pagana, nel territorio di Cinisello, nella località in cui ancora oggi insiste la chiesa di Sant’Eusebio si ha notizia dal 1975, quando grazie agli scavi archeologici effettuati in loco venne alla luce il basamento di una piccola colonna di un tempietto. Inoltre, vennero portati alla luce due frammenti lapidei pagani risalenti al IV secolo d.C.. Solo a partire dal secolo successivo si hanno notizie di un numero limitato di cristiani presenti sul territorio di Cinixellum, testimoniati dalla presenza delle lapidi di Marcellino e Tealisinia conservate oggi nella chiesa di Sant’Eusebio.

XV - XVI (Preesistenze Intero bene)

Dell’esistenza di un luogo di culto dedicato a Sant’Ambrogio a Cinisello si ha notizia in un documento del 1541 in cui la chiesa è citata come “..Ecclesiam S.ti Ambrosij loci Ciniselli….”, ma è importante sottolineare che nello stesso documento vengono riportati alcuni lasciti testamentari (1484-1494) a favore dei poveri, con l’elenco delle proprietà della parrocchia. Tali elementi inducono a pensare l’esistenza di un’autorità locale di riferimento già a partire dall’ultimo ventennio del Quattrocento.

1537 - 1567 (Notizie storiche Intero bene)

La presenza stabile di un sacerdote a Cinisello è da far risalire al 1537. Mentre la prima descrizione di un edificio religioso, è contenuta nella Visita Pastorale di Desio, Pieve a cui Cinisello apparteneva, effettuata nel 1567 da Leonetto Clivone. La chiesa, che già versava in un pessimo stato di conservazione, viene descritta a pianta quadrata, a due navate, priva di campanile e con un’area cimiteriale circostante. Era ubicata al di sopra di un terrapieno per preservarla dalle acque che si raccoglievano nella piazza antistante. Il visitatore ordinò che venisse trasferito il tabernacolo con l’Eucarestia, nel lato destro dell’edificio, giudicato meno pericolante, e diede ordine di effettuare la manutenzione dell’edificio giudicato pericolante e procedere alla costruzione di una nuova chiesa.

1579  (Notizie storiche Intero bene)

Le prime notizie dell’edificio sono contenute nella descrizione del 1579, in occasione della Visita pastorale effettuata da Carlo Borromeo il 9 e 10 luglio. La chiesa edificata dopo l’epidemia di peste del 1576 e non ancora terminata, viene descritta nella “delineatio” come un edificio a pianta rettangolare con abside quadrata, senza soffitto e con pavimento sconnesso, ma decorosa e pulita. All’interno vi erano tre altari ai quali si accedeva salendo tre gradini di legno. L’altare maggiore, posto al centro dell’abside aveva un tabernacolo ligneo ricoperto d’oro, degli altri due purtroppo non si hanno notizie di dettaglio e se ne ignora la dedicazione.

1592 - 1596 (Notizie storiche Intero bene)

I lavori di completamento ripresero intorno al 1592 con la nomina del nuovo parroco: Giacomo Boscani. Quattro anni dopo in occasione della visita pastorale di Baldassare Cipolla (4 settembre 1596) venne stilato un elenco delle opere ancora da eseguire: l’erezione del campanile e la modifica di alcuni mobili. Durante la visita pastorale venne anche suggerito un primo limitato intervento di restauro e l’intitolazione dell’altare minore di sinistra alla Beata Vergine del Rosario. Il fonte battesimale, con una scelta inusuale venne collocato a destra in fondo alla chiesa. Attorno alla chiesa si sviluppava ancora l’area cimiteriale.

1604  (Modifiche Intero bene)

Nel corso del Seicento proseguirono i lavori che vennero eseguiti secondo i dettami temporali indicati nella visita pastorale del Cardinale Federico Borromeo, 21 luglio 1604, che richiese la : costruzione del battistero entro un anno sul lato sinistro della navata, utilizzando uno spazio compreso tra due porte laterali e l’altare della Beata Vergine del Rosario; l’erezione del campanile, l’adeguamento dei confessionali secondo le norme stabilite dal Concilio e la sistemazione delle fosse comuni all’interno della chiesa. Durante le visite pastorali di Carlo e Federico Borromeo venne evidenziata la scarsa funzionalità e la mancanza di decoro del cimitero attiguo alla parrocchiale, pertanto le salme vennero sepolte all’interno dell’edificio. Questa tradizione funeraria venne bandita definitivamente nel 1774 con l’editto austriaco che impose di evacuare i sepolcri dalle chiese e predisporre apposite aree cimiteriali al di fuori dell’abitato.

1636 - 1644 (Ristrutturazione Intero bene)

Nel terzo decennio del Seicento, nella comunità cinisellese, prese corpo il desiderio di erigere una nuova chiesa parrocchiale. Venne incaricato per la progettazione l’architetto Giovanni Battista Guida Bombarda, la scelta fa presupporre il sostegno finanziario delle famiglie aristocratiche locali. Bombarda utilizzando la struttura e le dimensioni dello storico edificio lo adattò ai dettami della Controriforma. Aggiunse all’unica navata rettangolare quattro campate con archi a tutto sesto con sei cappelle laterali (a sinistra: S. Giovanni Battista, S. Rocco, Beata Vergine del Rosario; a destra: Re Magi, S. Carlo Borromeo, S. Francesco d’Assisi.). Nella zona compresa tra la prima colonna e la facciata trovò posto il fonte battesimale. Venne ristrutturata la facciata secondo i canoni del barocco lombardo e ricostruita la zona absidale affrescata con il Paradiso, e la navata affrescata con la vita di Sant’Ambrogio. Vennero edificati: il campanile con quattro campane e la sacrestia.

XVIII  (Ampliamento Intero bene)

Nel corso del Settecento grazie al lascito testamentario (1720) del parroco don Gaspare Longhi e il contributo di alcuni nobili locali: B. Arese e il conte D. Silva, a causa dell’incremento demografico venne ampliato l’edificio secondo il gusto settecentesco. Vennero aggiunte quattro cappelle laterali con il conseguente ampliamento longitudinale della navata centrale, allungata di due campate a discapito dell’abside, della sacrestia e del campanile che furono demoliti. La descrizione della chiesa ampliata si desume dalla visita pastorale di Mons. Antonio Verri (1758). Venne eretto un nuovo campanile completato con l’orologio nel 1770, e costruita una nuova sacrestia a nord. La facciata venne arricchita di nuove decorazioni tardo barocche: il medaglione con l’effigie di Sant’Ambrogio sopra il portone centrale e le quattro statue raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, Ambrogio e Carlo Borromeo, oltre agli angeli collocati sulla sommità del timpano ai lati della croce di ferro.

1715 - 1716 (Costruzione Altare minore)

La cappella della Beata Vergine del Rosario venne riedificata negli anni 1715-1716 per volontà del parroco e della Confraternita, di origine post tridentina, secondo un disegno approvato dalla Curia. L’altare venne benedetto il 18 ottobre 1716. La statua lignea policroma risale alla stessa epoca, e rappresenta un chiaro esempio di arte popolare.

1754 - 1886 (Notizie storiche Organo)

Nella relazione della visita pastorale di Mons. Antonio Verri (1758) viene indicata la presenza nella navata principale del grande crocifisso ligneo appeso all’arco di trionfo, e di un elegante pulpito “ex tabulis ligneis nucis periti artificis manu elaboratis”, collocato in un lato nella navata; dall’altro lato era stato alloggiato il nuovo “organum pneumaticus”. L’organo nel corso dell’Ottocento venne restaurato più volte (1841-1846-1854-1860) e con cadenza quasi annuale tra il 1873 e il 1886, quando la parrocchia inizierà a valutare la possibilità di acquistare un nuovo organo.

1772 - 1778 (Restauro Campanile)

Nella 1772 con il parroco don Francesco Veneroni, la comunità di Sant’Ambrogio avvia il restauro del campanile e qualche anno dopo, grazie al contributo economico dei Deputati dell’Estimo, si pose mano alla riparazione del castello delle campane (1776-1778).

1781 - 1792 (Costruzione Campanile)

Nella 1781 l’arcivescovo di Milano Giuseppe Pozzobonelli nomina parroco don Gianfranco Segrada, attento ed oculato amministratore, avvia un procedimento di ristrutturazione degli stabili parrocchiali, per adeguarli alle esigenze di una più corretta pratica della bachicultura che lo porterà ad avere a disposizione redditi piuttosto sostanziosi. Nel 1792 grazie alle disponibilità di capitale pari a L 12.000, don Segrada fece erigere un nuovo campanile nelle forme e nelle dimensioni ancora oggi visibili.

1806  (Ampliamento Intero bene)

Nel 1806 il parroco don Giuseppe Bergomi inoltra alle autorità ecclesiastiche e municipali la richiesta per l’edificazione di un fabbricato adiacente al lato settentrionale della chiesa, da adibirsi ad oratorio e a cappella feriale invernale e da dedicare a San Carlo Borromeo. La costruzione fu l’origine di una controversia con il Sindaco Antonio Vitali, che accusò il parroco di non aver rispettato i dettami del progetto. La diatriba venne risolta solo grazie all’intervento dell’architetto Carlo Amati, che riuscì a trovare un punto di accordo tra le parti consentendo alla parrocchia di poter utilizzare ancora lo spazio. Tale spazio corrisponde all’attuale area antistante la cappella del battistero.

1839 - 1846 (Ampliamento Intero bene)

Nel XIX secolo, tra il 1839 e il 1841, la chiesa subì le maggiori trasformazioni su disegno dell’architetto Giacomo Moraglia. L’idea iniziale prevedeva l’allargamento e l’allungamento del corpo dell’edificio preesistente. La mancanza di risorse economiche fece sì che l’edificio venisse solo ampliato attraverso l’apertura di due navate laterali di altezza inferiore rispetto al corpo centrale, divise in cinque campate e l’apertura di dieci finestre semilunari nella navata centrale e altrettante luci di dimensioni minori all’interno di ognuna. L’aula venne divisa in tre navate, creando il primo ingrandimento laterale della struttura, e il conseguente allargamento con una soluzione che interessò la facciata e lo spostamento delle cappelle e del battistero. Sempre il Moraglia progettò (6 aprile 1846) la soluzione del battistero interamente in marmo di Carrara retto da quattro zampe di leone e angioletti, basamento sostituito poi durante i lavori del 1991, con quello attualmente in opera.

1845  (Costruzione Pulpito e coro)

Nel 1845 venne realizzato dall’intagliatore Noè Galli il pulpito e il coro ligneo.

1846 - 1905 (Dipinti murali Interno)

Al termine dei lavori di ampliamento della chiesa parrocchiale, il parroco don Giuseppe Bergomi commissionò ai pittori Battista Zali e Carlo Ferrari la decorazione dell’edificio sacro. Carlo Ferrari dipinse ad affresco monocromo i riquadri rappresentanti la “Vita di Sant’Ambrogio” sulle pareti sopra gli archi delle campate della navata, dei quali solo la metà vennero completati. Il ciclo decorativo venne concluso solo successivamente a partire dal 1905, con tempere policrome dal pittore Davide Benghè. Battista Zali venne invece incaricato di realizzare i dipinti murali del catino absidale e il dipinto ad olio su lastra di rame per il battistero che raffigura “Gesù che riceve il battesimo da San Giovanni”.

1861  (Costruzione Pulpito)

Nel 1861 venne realizzato dall’intagliatore Z. Bernardino il pulpito in legno sormontato da un baldacchino, e dipinto in oro da A.Mariani. All’intradosso del baldacchino all’interno di una raggera trova posto la colomba argentata dello Spirito Santo, mentre la balconata è decorata con cinque formelle dorate in cui è rappresentata la vita di Sant’Ambrogio. Il pulpito è ancora collocato oggi nella navata principale sulla parete di sinistra.

1862 - 1863 (Completamento Campanile)

Nel 1862 il campanile venne completato con un nuovo concerto di campane composto da cinque pezzi, alla cui realizzazione partecipò economicamente anche il Consiglio Comunale. Il progetto fu affidato all’Ingegner A. Mangoni. L’istallazione delle campane avvenne nei primi mesi del 1863 e per il loro trasporto dalla fonderia a Cinisello parteciparono i parrocchiani con i propri carri e animali.

1872  (Costruzione Altare maggiore)

Nel 1872 venne realizzato il tabernacolo in marmo policromo nero, grigio e giallo.

1877 - 1890 (Dipinti murali Interno)

Negli anni tra il 1877 e il 1890 quando fu parroco don Vitaliano Rossi, il pittore Radice venne incaricato di dipingere la volta della navata centrale e absidale della chiesa di Sant’Ambrogio. Il primo dei tre interventi realizzati a partire dal 1888, consistette nel rimaneggiamento dell’Adorazione del Santissimo Sacramento dello Zali, mentre gli altri due dipinti della volta della navata, ancora oggi visibili, rappresentano due soggetti completamente elaborati dall’artista “Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina e l’Educazione di Gesù”.Oggi delle due opere nella zona absidale è rimasta visibile solo quella che rappresenta il “Padre Eterno in gloria”, mentre è andata persa la tempera che rappresentava “Gesù nell’orto degli ulivi”.

XX  (Restauro Intero bene)

Nella prima metà del Novecento, la chiesa versava in un avanzato stato di degrado, a causa di infiltrazioni dalla copertura la volta presentava macchie di umidità e distacchi. Nonostante le ristrettezze economiche prodotte dal periodo bellico, la parrocchia intraprese i lavori di manutenzione che riguardarono oltre alla copertura, il restauro del tabernacolo, il rifacimento della pavimentazione del presbiterio, la tinteggiatura dell’intero edificio e un nuovo impianto di illuminazione.

1900  (Costruzione Organo )

Nel 1900 per rendere omaggio al nuovo secolo venne acquistato un nuovo organo canne realizzato dalla ditta Bernasconi di Varese. L’organo venne collocato nella cantoria della controfacciata, dove ancora oggi trova posto.

1900  (Restauro Statuaria)

Nel 1900, sempre in omaggio al nuovo secolo, insieme all’acquisto dell’organo il parroco commissionò il restauro della statua lignea della Madonna del Rosario.

1916 - 1966 (Consacrazione Intero bene)

Il 14 ottobre del 1916 il Cardinal Ferrari consacra la chiesa e dona alla parrocchia le reliquie dei Santi Gervaso e Protaso da collocare nell’altare maggiore che doveva essere consacrato. La donazione delle reliquie dei Santi viene vista come un legame dell’edificio sacro di Cinisello dedicato a Sant’Ambrogio come la Basilica milanese, dove i resti dei corpi dei santi sono custoditi. Dalla data della sua consacrazione la chiesa non subì più alcuna trasformazione fino al 1966, quando venne sistemato l’altare secondo le indicazioni Conciliari, riutilizzando parte della balaustra marmorea.

1966 - 1970 (Ristrutturazione Intero bene)

Nel 1966 don Massimo Pecora, intraprende la realizzazione nel seminterrato della chiesa di una cappella per la celebrazione delle messe feriali, realizzata secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II. Allo spazio della navata principale vennero inglobati gli spazi della cappella di San Carlo e le cappelle laterali, così da creare maggiori dimensioni e sfruttare meglio gli spazi. Venne smontata la balaustra marmorea e reimpiegata per adeguare l’altare alla riforma liturgica. L’opera fa parte di un progetto più ampio che interessò l’intero lotto posto intorno alla chiesa, in cui vennero edificati: la penitenzieria e la casa dei coadiutori. Inoltre, a causa dell’aumento del traffico sulla via carrabile retrostante l’abside e la richiesta di allargamento della via di comunicazione, viene demolita una parte dell’abside parrocchiale, che perderà parte della sua profondità circolare.

1971  (Decorazione Presbiterio)

Nel 1971 venne rinnovata la zona presbiterale, nella parete di fondo venne realizzata una maestosa vetrata (25 mq) opera del pittore Leonardo Spreafico, nella quale oltre a Sant’Ambrogio, posto al centro, sono raffigurate le effigi di Papi, Cardinali di Milano, Santi Parroci e Suore di Cinisello vissuti nel XX secolo.

1987  (Restauro Intero bene)

Nel 1987, la chiesa e il campanile vennero completamente restaurati esternamente. L’intervento ha riguardato la copertura e la tinteggiatura delle facciate.

1991  (Restauro Intero bene)

Sul finire del XX secolo la popolazione della parrocchia di Cinisello, avvia un progetto di restauro e adeguamento liturgico della chiesa. Per l’esecuzione dei lavori viene incaricata l’architetto S. M. Ballan delle Pie Discepole. Vengono realizzati interventi di barriera chimica alle murature, per bloccare l’umidità di risalita; un nuovo impianto di riscaldamento a pannelli radianti posizionati sotto il pavimento; il rifacimento di una nuova pavimentazione; il nuovo impianto di illuminazione e il restauro dell’organo; il restauro degli apparati decorativi e delle superfici dipinte e degli altari della Madonna e del Crocifisso; l’adeguamento liturgico del presbiterio, con l’inserimento di un nuovo ambone e altare. Il fonte battesimale venne collocato in quella che un tempo era la cappella dedicata a San Carlo Borromeo, l’antica vasca in marmo di Carrara disegnata dall’arch. Moraglia, viene innestata su di un basamento che riprende per linee e colori le forme dell’altare e dell’ambone.

2002  (Rifacimento Sagrato)

Nel 2002 durante i lavori di rifacimento dell’antistante piazza di proprietà comunale, la parrocchia di Sant’Ambrogio, mise mano all’area del sagrato, posta ad una quota superiore rispetto a quella dell’area pubblica. La diversità di livelli viene risolta, in parte con dei gradoni e in parte con il riempimento del terreno e la modellazione della pavimentazione che viene uniformata allo spazio pubblico e ne facilita l’accesso ai mezzi o alle persone diversamente abili. Si pose così definitivamente fine alla separazione tra lo spazio religioso e lo spazio pubblico, che ha sempre caratterizzato l’edificio fin dalle sue origini, a causa della sua sopraelevazione.

2009  (Restauro Campanile)

Nel 2009 viene effettuato il restauro del campanile e delle campane. E viene effettata la tinteggiatura delle superfici e al restauro delle campane.

2010  (Restauro Esterno)

Nel 2010 viene compiuto il restauro dell’esterno della chiesa parrocchiale con la tinteggiatura di tutte le facciate dell’edificio, in un colore rosato che ne mette in risalto la struttura architettonica.
Descrizione

L’edificio correttamente orientato, si erige nel centro di Cinisello, vi è anteposto un sagrato di ampie dimensioni direttamente collegato con l’estesa piazza Gramsci, attraverso ampi gradoni posti lungo il lato settentrionale e in parte lungo la facciata principale nella loro estensione corrispondente alla navata nord. Tutta l’area lungo la facciata principale altro non è che un’ampia rampa che mette in comunicazione la piazza principale della città, completamente pedonale, con l’edificio religioso. Il lato est dell’edificio è invece delimitato dalla via Libertà, l’antica via di comunicazione che collegava da sud a nord i borghi di Balsamo con Cinisello nella direzione di Desio, e che passa tangente alla zona absidale dello storico edificio. Il lato sud del sagrato è delimitato dalla lapide commemorativa ad edicola dedicata ai caduti cinisellesi del primo conflitto mondiale. Venne inaugurata il 25 marzo 1923 da mons. Rossi in sostituzione dell’arcivescovo. In prossimità dell’angolo sud – ovest del sagrato è collocata la croce stazionale, sistemata su di un basamento in pietra a cui è apposta una colonna dorica che è sormontata da una croce in ferro. Questa venne fatta erigere dal parroco Gio. Batta Griffanti verso la fine del 1600, all’interno dell’antico cimitero di Cinisello che sorgeva dove ora si trova il sagrato. La facciata principale in puro stile barocco è costituita da un doppio ordine, il primo composto da quattro lesene con capitelli dorici e una imponente trabeazione centrale che ne strutturano la superficie. Agli estremi del primo ordine, al disopra della trabeazione sono collocate le statue dei santi Carlo e Ambrogio. Il secondo ordine, raccordato al primo attraverso due volute, corrisponde alla navata centrale ed è composto da due lesene e due semicolonne con capitelli ionici fioriti che tripartiscono la superficie. Nelle due specchiature laterali sono contenuti i medaglioni in cui in rilievo sono rappresentati i simboli arcivescovili: mitria, pastorale e croce patriarcale o arcivescovile, mentre nella superficie centrale all’interno di una nicchia ad arco con cornice, è conservato un dipinto murale in cui è rappresentata la Croce tra due angeli, quello di destra con mantello rosso e palma ad indicare i simboli del martirio; al di sopra si erige una monumentale trabeazione dove agli estremi sono collocate le statue degli Apostoli Paolo e Pietro, e al centro è dipinta la scritta D.O.M.. La facciata si conclude con un frontone con cornice a volute e al cui centro è collocato un medaglione mistilineo in cui è racchiusa la rappresentazione in rilievo di una raggiera che contiene il triangolo con occhio. La sommità del frontone, delimitata da una cimasa dalle linee sinuose, è ornata da due angeli con al centro una grande croce in ferro. Ai lati del frontone sono collocati due grossi vasi. La facciata ripropone inoltre la scansione delle navate che trovano corrispondenza nei tre ingressi rettangolari contornati da cornici in pietra naturale e nella tripartizione verticale sottolineata dalle semicolonne che inquadrano il portone centrale, architravato e sormontato dall’effige a rilievo di Sant’Ambrogio Vescovo contenuto nel timpano curvo spezzato e mistilineo, affiancato da due angeli. La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate divise in cinque campate con volta a botte unghiata, di stampo neoclassico; sono annessi sul lato settentrionale l’area dedicata al battistero e a sud uno spazio architettonico che la mette in diretta comunicazione con la casa dei sacerdoti e gli uffici parrocchiali. L’altare maggiore occupa il centro del presbiterio, sul fondo delle navate minori sono collocati due altari minori. Il campanile eretto nel 1792, è inglobato nella struttura architettonica dell’edificio e si erige nell’angolo settentrionale all’incrocio tra la navata e l’area absidale, stilisticamente crea un continuum con l’edificio sacro.
Pianta
La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate, risultato delle trasformazioni e ampliamenti avvenute dal 1500 al XIX secolo, e divise in cinque campate con volta a botte unghiata, di stampo neoclassico; sono annessi sul lato settentrionale l’area dedicata al battistero, già cappella di San Carlo e a sud uno spazio architettonico che oltre ad aumentare il numero di posti disponibili, la mette in diretta comunicazione con la casa dei sacerdoti e gli uffici parrocchiali. Agli estremi delle navate minori sono collocati due altari.
Struttura
L'edificio è costituito da muratura continua in laterizio e pietrame. Tutte le superfici esterne della chiesa sono intonacate e tinteggiate. L'edificio a pianta basilicale, è costituito da muratura continua in laterizio e pietrame Tutte le superfici esterne della chiesa sono intonacate e tinteggiate.La navata centrale è divisa in cinque campate e scandita da lesene doriche con fusto ornato, dipinte a finto marmo rosato che trova il suo prolungamento lineare negli intradossi delle arcate culminanti nella volta a botte. Su di esse poggia un sistema di trabeazione liscia. Il raccordo con i corpi laterali è realizzato con la scansione delle campate con lesene dal fusto decorato a finto marmo, con capitelli compositi e trabeazione a ovuli e dentelli. Nella navata centrale, in corrispondenza di ciascuna campata, sono aperte dieci finestre semilunari - cinque per lato - e altrettante luci, ma di dimensioni minori, le troviamo all’interno di ogni campata minore. I capitelli e le cornici sono in parte dorati. La sacrestia, è situata alla destra dell’area presbiterale.
Campanile
Il campanile eretto nel 1792, è inglobato nella struttura architettonica dell’edificio, e si erige nell’angolo settentrionale all’incrocio tra la navata e l’area absidale, un manufatto che nelle sue finiture emerge dal volume della chiesa e che stilisticamente crea un continuum con l’edificio sacro. Completamente realizzato ad intonaco suddiviso in tre ordini. Il primo corrispondente al basamento è in pietra a spacco a vista, il secondo ripartito in cinque quadranti a sfondato, di cui solo tre svettano al di sopra della quota di imposta della copertura. Nel quinto quadrante è alloggiato l’orologio. Il terzo ordine separato dal secondo con un cornicione in pietra arenaria è la vera e propria cella campanaria, definita da quattro pilastri angolari sormontati da capitelli, si conclude con una cornice aggettante, negli angoli sono collocati quattro vasi contenenti elementi scultorei che riproducono la fiamma che arde. La cella campanaria è sormontata da un cupolino in rame impostato su un piccolo tiburio ottagonale con quattro oculi circolari, al di sopra del quale si erige la copertura realizzata a spicchi metallici, sormontati da una sfera che regge la croce in ferro. La cella campanaria è dotata di campane.
Soffitto
La superficie della volta a botte della navata è decorata con medaglioni che rappresentano “Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina”, “l’Educazione di Gesù”, “l’Adorazione del Santissimo Sacramento” collocati all’interno di cornici mistilinee dorate. Nella volta del Presbiterio è rappresentato al centro “Dio creatore”.
Altare maggiore
L’altare occupa il centro del presbiterio ed è separato dalla navata da tre gradini, al centro è collocata la mensa che venne progettata nel 1991 a cui fa da sfondo l’altare marmoreo policromo caratterizzato da mosse articolazioni barocche, è composto da una mensa su cui poggia il tabernacolo e da cui si innalza il ciborio a tempietto con colonnine corinzie che reggono eleganti volute e un cupolino a spicchi al cui apice è applicata una statuetta di Cristo Risorto.
Cappelle laterali
Al fondo della navata sinistra addossato alla parete è ubicato l’altare minore dedicato alla “Beata Vergine del Rosario” in marmi misti policromi sopraelevato rispetto al pavimento è composto da una mensa bombata, con al centro una corona a cinque punte su questa poggiano due colonne tortili che incorniciano l’ancona con la statua della Madonna. Sulla sommità una cimasa mistilinea coronata da una doppia valva a conchiglia. Sul fondo della navata destra è invece collocato l’altare dedicato a “Cristo Crocifisso con la Maddalena”, realizzato anch’esso in marmi misti è composto da una mensa poggiata su due colonnine e un dossale rettilineo coronato da un timpano triangolare su mensoline con al centro una testa di cherubino. L’ancona contiene il gruppo scultoreo in ebano, avorio e marmo verde.
Cicli affrescati
Le pareti della navata principale, al di sopra degli archi delle campate e sotto le finestrature, ospitano i riquadri in cui sono narrati episodi della vita di Sant’Ambrogio, opera di Carlo Ferrari (XIX sec.), completate poi nel 1905 con tempere policrome dal pittore Davide Benghè. Alle pareti del presbiterio, a pianta rettangolare e sopraelevato rispetto alla navata di tre gradini, si trovano due dipinti murali, che raffigurano: a sinistra “San Simpliciano che porge il viatico a Sant’Ambrogio”, e difronte “Il funerale di Sant’Ambrogio”, entrambe le opere sono attribuibili a Battista Zali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione dell'aula liturgica in lastre di pietra naturale “ Juparanà India” di tipo rosa, con fasce che riquadrano gli spazi della navata in lastre di pietra naturale “Sanduba” di colore grigio. Nell’area presbiterale i gradini sono anch’essi in pietra naturale in rosso di Anzo e la pavimentazione in lastre di “Macchia Vecchia”
Organo
In controfacciata è collocato l’organo del 1900 realizzato dalla ditta Bernasconi di Varese e restaurato nella sua complessità 1991, durante i lavori di restauro che hanno interessato tutto l’interno della chiesa parrocchiale.
Coperture
La chiesa presenta un tetto a falde in coppi di laterizio nella sua estensione coincidente con le linee che definiscono la planimetria e che coincidono con i corpi di fabbrica delle navate centrale e laterali; della storica cappella dedicata a San Carlo oggi del battistero, e della sacrestia.
Opere d'arte
Nella parete di fondo del vano dedicato al battistero è allocato il quadro ad olio su tela di autore anonimo del XVII secolo raffigurante “La Pentecoste”.
Opere d'arte
Nella sacrestia è conservato il dipinto ad olio su rame del’”Battesimo di Gesù Cristo” opera di Battista Zali, posto a coronamento del coperchio ligneo dell’antico fonte battesimale.
Elementi decorativi
Nella parete di fondo dell’abside trova spazio una grande vetrata in cui è raffigurato al centro Sant’Ambrogio, contornato dalle effigi di Papi, Cardinali di Milano, Santi Parroci e Suore di Cinisello vissuti nel XX secolo.
Elementi decorativi
Sulla parte sinistra della navata principale è sospeso il pulpito ligneo a cui si accede dalla navata minore sinistra, attraverso una scala in metallo.
Elementi decorativi
Sulle pareti delle navate laterali è collocata la via Crucis realizzata in legno e con fondali colorati realizzata da scultori della Val Gardena.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1966)
A seguito dell’avvenuta riforma liturgica espressa dal Concilio Vaticano II nel 1966 venne riprogettata la posizione dell’altare all’interno dell’area presbiterale, mantenendo la struttura architettonica esistente del ciborio a tempietto cupolato del 1872. Alcuni elementi della balaustra marmorea vennero utilizzati per il basamento dell’altare. Nel presbiterio venne inoltre collocato, alla destra, il fonte battesimale disegnato dall’architetto Moraglia.
presbiterio - intervento strutturale (1991)
La chiesa nel 1991 è stata adeguata nella zona presbiterale secondo le prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II. A seguito dell’avvenuta riforma liturgica espressa dal Concilio Vaticano II nel 1991 venne riprogettata l’area presbiterale, mantenendo la struttura architettonica esistente del ciborio a tempietto. Venne disegnato un nuovo altare e un nuovo ambone. Venne inoltre collocata la seduta della presidenza alla destra del ciborio. Venne spostato e collocato nell’area posta sul lato settentrionale, già cappella di San Carlo, il fonte battesimale, che nelle linee architettoniche del basamento riprende quelle della mensa e dell’ambone.
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